GALBIATE – Galbiate ha scelto l’esperienza e la continuità. Benedetto Negri detto Tino era l’assessore ai lavori pubblici della giunta uscente guidata da Livio Bonacina. Il passaggio di testimone è quindi naturale, perché avvenuto all’interno di una stessa squadra formata da dodici persone, otto delle quali entreranno in consiglio comunale.
Pensionato della Telecom, attivissimo nelle associazioni galbiatesi, anni passati in consiglio di amministrazione nelle cooperative edili della Cisl, Negri ha stracciato i rivali con una dominanza assoluta, dall’alto dei suoi 2218 voti (44,27%).
Il paese si conferma feudo del Pd, perché dopo Negri anche il candidato arrivato per secondo, Giuseppina detta Pinuccia Cogliardi ha racimolato ben 1347 voti (26,89%), insieme fanno il 71,16%. La destra unita (Lega Forza Italia e Fratelli d’Italia) di Gerolamo Quadrio, invece, si ferma a 893 voti.
Tra gli sconfitti, volti sereni nel gruppo M5S capitanato dal giovane Manuele Rusconi (in felpa rossa nella foto a destra), giunto comunque davanti all’edificio del Comune. Per loro è la prima volta nell’istituzione e quei 552 voti che li mette fanalini di coda sono comunque un battesimo.
Per i suoi primi 100 giorni da sindaco, Tino Negri pensa alla scuola media conta di riuscire a ricevere i 3 milioni di euro svincolati dal patto di stabilità, secondo obiettivo miglioramenti della villa Bertarelli.
Da parte sua Livio Bonacina non si mette completamente in disparte, resterà a disposizione della squadra: “Dopo 24 anni nell’amministrazione (dieci da sindaco e un paio di passaggi all’opposizione) è giusto uscire e lasciare il posto ad altri, senza disperdere l’esperienza accumulata ma anzi offrirla in supporto”. Per questo motivo alla soglia dei sessant’anni ha cercato lavoro e l’ha trovato in una azienda che si occupa di consulenze in ambito sicurezza ambientale.
Sotto a sinistra i fan di Negri e a destra i fan di Rusconi nel sottoportico del Municipio
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