FRAGOMELI/VALSECCHI, I PANNI SPORCHI SI LAVANO… ON LINE

LECCO . Riceviamo e pubblichiamo una durissima lettera firmata dall’onorevole Fragomeli (PD), in risposta a una nota di Remo Valsecchi sulla gestione dell’acqua pubblica, pubblicata ieri su LeccoNews.

Una replica molto diretta, che rinfaccia tra l’altro a Valsecchi impegni “lautamente remunerati in consigli di amministrazione di società partecipate pubbliche – come ad esempio Acel S.p.A”. In pratica, un mondo quello di ex DS e ora PD nel quale come spiega lo stesso parlamentare dei Democratici, girano “tecnocrati” ben retribuiti per sedere in cda di aziende pubbliche.

Questa la missiva che abbiamo deciso di trascrivere in forma del tutto integrale per evitare interpretazioni di sorta. Naturalmente, i contenuti delle lettere pubblicate dal nostro giornale non rispecchiano necessariamente le opinioni e la linea editoriale della testata che li ospita.

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OGGETTO – In risposta alla lettera aperta di Remo Valsecchi:

“La domanda di Gian Mario Fragomeli: chi è veramente Remo Valsecchi?”

Spett. Redazione di Lecco News,

allegata alla presente trovate una breve comunicazione, già trasmessa ai Sindaci della nostra Provincia, in merito alle attività che, come parlamentare, ho intrapreso sul tema del Servizio Idrico Integrato.

Dal momento però che una nota di carattere prettamente tecnico non può, evidentemente, riuscire a spiegare le motivazioni alla base di certe pretestuose speculazioni, ritengo sia utile, allo scopo di onorare al meglio quel concetto di trasparenza che è uno dei doveri principali di chi si occupa della cosa pubblica, ricostruire brevemente la vicenda umana e politica del “cittadino” Remo Valsecchi, prolifico dispensatore, con opportunismo attentamente cadenzato, di “pillole di saggezza democratica”. Pillole che però ha sempre saputo distribuire con prodigalità e fermezza tutta ideologica ma delle quali – dispiace constatarlo – non ha certamente mai osservato coerentemente i presupposti e gli insegnamenti.

Veniamo ai fatti: Remo Valsecchi, fin dai suoi esordi in qualità di tesoriere di quello che fu il partito dei Democratici di Sinistra (DS), non si è certo mai distinto quale strenuo sostenitore del contrasto al conflitto d’interessi – qui inteso non tanto nel senso delle regole previste dalla normativa vigente, quanto in quello dettato dalla saggezza e dall’opportunità politica. Tale affermazione è facilmente comprovata dal fatto che Valsecchi, in quegli anni, se da una parte gestiva i bilanci di un importante partito,  dall’altra era contemporaneamente impegnato nelle vesti di amministratore, lautamente remunerato, in diversi consigli di amministrazione di società partecipate pubbliche – come ad esempio “Acel S.p.A” – ricoprendo anche il ruolo di vicepresidente di “Acel Service” e, non ultimo, incassando ulteriori emolumenti quale consigliere di una più “marginale” società di Bologna, la “Intra”.

Un eccellente tecnocrate, bisogna riconoscerlo, che – ahimè – ho mio malgrado imparato a conoscere anche come persona assolutamente disinteressata a valorizzare la partecipazione democratica di Sindaci e rappresentanti del territorio: un dirigente che, affannosamente e solo in risposta a mie dirette imposizioni gerarchiche (rivestivo allora il ruolo di Segretario provinciale dei Democratici di Sinistra) si decideva a convocare in assemblea gli amministratori locali allo scopo di potere, come era giusto che fosse, condividere le strategie sul servizio idrico e di distribuzione del gas della nostra Provincia.

Certo è perfettamente legittimo “cambiare idea” ed un “sofferto” ravvedimento, di questi tempi, non si nega a nessuno – specie agli “ex politici”. Ben venga pertanto questa metamorfosi dell’uomo Valsecchi che da elitario aristocratico della Competenza con la “C” maiuscola si è inesorabilmente trasformato in un arcigno e indomito difensore di espressioni popolari e referendarie.

Ed è proprio in considerazione di ciò che si pone, naturalmente, una domanda: perché Remo Valsecchi è democratico e trasparente solo nel momento in cui si parla di Servizio Idrico Integrato?

Perché il sig. Valsecchi, nella sua attuale veste di presidente del consiglio di amministrazione della Fondazione Ciceri Losi – per capirci, la fondazione nella quale è confluito tutto il patrimonio (finanziario e di beni immobili) degli allora aderenti ai Democratici di Sinistra – perché, dicevo, non pubblica in rete i bilanci della fondazione?

Perché non rende edotta una comunità intera di persone (più di un migliaio di ex iscritti) in merito a come vengono spese le risorse (nell’ordine dei 100.000,00 euro) accantonate nel corso di decenni attraverso il lavoro volontario alle Feste dell’Unità ed il tesseramento degli iscritti?

Ritiene forse Valsecchi che l’amministrazione di una fondazione di natura politica sia un’occupazione da condurre esclusivamente in camera caritatis o che, peggio ancora,  non meriti di avere una opportuna valenza pubblica ed di godere di una gestione più che trasparente?

Alla luce di questi che sono, a tutti gli effetti, fatti documentabili e non facili illazioni, le conclusioni sono davanti agli occhi di tutti: è evidente come non sia solamente sulla questione dell’idrico ma, anche e soprattutto, sulla modalità e sulla qualità della gestione di risorse che sono patrimonio di una intera comunità, che io e il sig. Valsecchi, “cittadino” o meno che sia, abbiamo visioni che è corretto definire diametralmente opposte.

Resto naturalmente a disposizione per ogni ulteriore chiarimento

Con i migliori saluti
Gian Mario Fragomeli