FLAVIO POLANO E LE AREE VASTE:
FINE PER LA PROVINCIA LOCALE,
NUOVO CORSO ACCANTO AI COMUNI

PolanoLECCO – Il presidente della Provincia di Lecco Flavio Polano, ha radunato i membri delle associazioni del territorio per discutere del futuro dell’ente destinato a trasformarsi in Area Vasta.

“Il passaggio da Provincia a Area Vasta – spiega Polano – è la conseguenza della necessaria riorganizzazione della pubblica amministrazione, per due motivazioni: la crescente frammentazione amministrativa e l’eccessiva burocrazia. La soluzione verte invece nella semplificazione della geografia istituzionale”.

Al momento le Province stanno vivendo una situazione di stand-by, fino a che non verrà ultimato il referendum governativo che decreterà la loro chiusura definitiva. A proposito del necessario riordino delle province lombarde, il presidente ha sottolineato come la Regione Lombardia sia molto più popolosa della Svezia e, ad esempio, la solo provincia di Brescia vanti una maggior densità di popolazione dell’intero Abruzzo.

FLAVIO POLANO PER LE AREE VASTE 02La geografia istituzionale è altrettanto complessa. La nostra Regione conta 12 Province, 13 Ambiti territoriali ottimali, 5 Aziende di edilizia residenziale, 23 Comunità montane e 8 Aziende di tutela della salute, oltre ai numerosi enti parco e consorzi. Tutto ciò genera un’articolata frammentazione territoriale e soprattutto la sovrapposizione e la sovraesposizione degli enti in perimetrazioni differenti.

In questo contesto si innesca il processo di riforma delle province, portato avanti dalla legge Delrio, che nel 2014 ha decretato l’elezione degli organi di secondo livello con la conseguente cancellazione delle Giunte, sostituite dall’Assemblea dei sindaci e la definizione delle funzioni fondamentali delle Aree Vaste date dall’edilizia scolastica, la pianificazione dei servizi di trasporto e la gestione delle strade provinciali.

Ai cittadini occorrono più servizi e meno burocrazia – afferma Polano – bisogna ridurre il numero delle Province e renderle Case dei Comuni: enti a servizio degli stessi”. Si tratta di un processo di crescita e di assistenza dei comuni, trascendendo il campanilismo, ma al contempo rafforzando all’interno del futuro ente le Assemblee dei sindaci per mantenere una rappresentanza del territorio.

aree vaste 7 asstIl progetto di Area vasta, prevede secondo la legge 56/2014 la ripartizione in zone omogenee e la proposta lecchese è quella di “ricomposizione unitaria dei territori delle attuali province di Lecco, Como e Monza Brianza” delinea Polano, spiegando come tale proposta possa essere poco plausibile se considerate le ripartizioni delle ATS, che hanno visto l’unione di Lecco e Monza, mentre Como congiunta a Varese.

La geografia sanitaria potrebbe definire una certa analogia con la futura geografia delle Aree Vaste, eliminando così la scelta di tenere fede al Sistema dei laghi e a quello delle Brianze.

Le associazioni presenti in aula non mancano di presentare le proprie perplessità, lasciando trapelare le obiezioni in merito alla “festa della burocrazia, con la sempre maggiore complessità dei sistemi” evidenziata da Graziano Morganti per il Distretto culturale dell’Adda; Cesare Perego, FISM, si chiede invece da dove proverranno le risorse per i futuri enti e chi finanzierà le Aree Vaste; in ultimo la critica di Passoni, per la Scuola Arte, che teme che “le Province sono uscite dalla porta e rientrano dalla finestra, con un grado di democraticità inferiore e con il rischio di doppie cariche per i dipendenti”.

Sicuramente, come ricorda Polano, nelle Province sono state tagliate le risorse con la legge di stabilità, ma l’auspicio è che questo finirà con l’introduzione delle Aree Vaste, nonostante il debito pubblico determini la mancanza di finanziamenti per gestire tutte le funzioni. Tolta l’autonomia fiscale però, l’Area Vasta vivrà solo dei trasferimenti economici provenienti dalla Regione e dallo Stato.

Martina Panzeri