EDITORIALE/FISCHIERANNO
LE ORECCHIE A CHI DICEVA
“A LECCO LA MAFIA NON C’E’ “

tre scimmietteLECCO – E ora, vediamo se qualcuno dei sostenitori della presunta (e abbondantemente smentita) “purezza” di Lecco e circondario avrà il coraggio di ripetere la sua stupida, falsa, fuorviante affermazione: “La ‘ndrangheta a Lecco non esiste”.

Li abbiamo sentiti tante volte, in questi anni. Politici, amministratori, rappresentanti purtroppo di istituzioni di peso, benpensanti d’accatto. Mentre gente per bene davvero lavorava a fondo, smascherando puntualmente non solo la (evidente) esistenza del fenomeno mafioso in città e nella provincia, quando tanti giovani si impegnavano mettendo in piazza come il re fosse nudo – e malavitoso – nei palazzi e negli studi televisivi c’era chi sfidava la decenza e la verità dei fatti, smentendo.

Ora sappiamo, al di là dei precedenti processi, delle inchieste, delle continue conferme in materia, che non solo la ‘drangheta c’era e c’è, ma che operava DENTRO le istituzioni, con tanto di emissario della mafia (fatto salvo il diritto a difendersi, le intercettazioni telefoniche della Dda sono inquietanti).

Adesso, per favore, risparmiateci stupori e sbigottimenti, tremori e accorate riflessioni del giorno dopo. Ammettete di esservi sbagliati, ditelo che chi ha portato avanti con coraggio la tesi opposta alla vostra aveva ragioni da vendere. Non vi siete accorti che il marcio era intorno a voi, vicinissimo? Male. Chi amministra e dirige deve capire cosa succede a mezzo metro dal suo naso; in caso contrario, non è degno delle cariche e dei ruoli che occupa.

Il PM Gittardi ha rilevato oggi la pericolosità di soggetti come Ernesto Palermo definito “consigliere comunale e insegnante, perfettamento normo-inserito nella societa”. E il procuratore di Milano, Bruti Liberati, ha ironizzato sul caso citando il Manzoni: “Quel ramo del lago di Como non è poi così tranquillo“.

Ecco, appunto.