FA.TE. LA CITTÀ AL ROVESCIO:
DAL 4 AL 12 LUGLIO LECCO
RIPENSATA DAGLI ULTIMI

Simona PiazzaLECCO – Tremate, tremate… le FA.TE son tornate. E’ infatti la la paura il tema dell’edizione 2015 delle FAbbriche TEmpomporanee Creative che animeranno il capoluogo dal 4 al 12 luglio con l’obiettivo di sviluppare un’idea di futuro per la città affidando la progettazione ai giovani e alle realtà che più hanno difficoltà a inserirsi nella società di oggi.

FA.TE. è un progetto biennale partito nel 2014 volto all’attivazione di dispositivi di arte sociale per i giovani e alla creazione di opere collettive tramite mostre, eventi, happening, workshop, conferenze e lezioni magistrali con esperti per pensare, progettare e sperimentare le “Prove generali di nuova cittadinanza”, ovvero una visione di futuro possibile, sostenibile e realizzabile nel lungo termine, nei 10 comuni del Distretto Culturale del Barro.

Il neo assessore alla Cultura Simona Piazza eredita così un’iniziativa che giudica positivamente anche per la capacità di coinvolgimento e l’attenzione dedicata ai giovani.

“Si intende approfondire il rapporto tra spaventatori e spaventati – spiega Valentina Goretti per Art Station #1 -, in questo senso sono stati pensati i due laboratori dedicati rispettivamente ai bambini dai 7 ai 10 anni ed alla comunità Il Gabbiano. Coi primi rifletteremo sull’idea di luogo come villaggio, con ambienti e relazioni e sui modi di vivere urbani. Con la comunità riabilitativa di Colico invece si affronterà la tematica degli spazi dell’utopia, la paura/coraggio di desiderare”. Le FA.TE. infine illumineranno 12 vie della città, ambienti considerati comunemente luoghi della paura.

“Le FA.TE. daranno voce e ascolto agli ultimi, e questa è una delle direttive principali dell’associazione Il Gabbiano“, così Cecco Bellosi motiva la presenza della comunità. “Nostro impegno è far dialogare la società “legale” con quella che ha conosciuto l’illegalità, questo porta all’allontanamento della paura e permette così la ricomposizione dei conflitti sociali”.

FA.TE 2

Lucio Farina del So.Le.Vol. sviluppa poi l’idea di giustizia riparativa illustrando la “tavola informale che già unisce istituzioni, associazioni, realtà diverse tra loro e anche privati cittadini. Il dibattito sulla legalità si amplia coinvolgendo tematiche di giustizia riparativa, infatti il reo scontata la pena deve poter tornare ca confrontarsi con la comunità civile”. A tal proposito Farina pone l’attenzione su tre conferenze del fitto calendario di eventi: il 6 luglio interverrà a Germanedo Giuseppe Ferraro, docente dell’università di Bergamo per un dialogo sulla “fine pena mai”; l’8 alla Ferriera sarà ospite Francesco Maisto, presidente del Tribunale di sorveglianza di Bologna, e ancora ricorda la serata in programma giovedì 9 dedicata alle esperienze riparative in Italia e in Europa, con la partecipazione di Pia Christensen, docente dell’università di Leeds, prima città europea ad aver intrapreso un percorso collettivo di comunità riparativa.

Fate fabbriche temporanee

“La proposta forte delle FA.TE. – spiega infine Angelo Riva del Crams – è rivolgersi alle realtà più deboli della nostra società, bambini, pensionati, ed alle figure che più di altre incontrano difficoltà di inserimento, come chi esce da una comunità, e proporre loro di progettare la città del futuro”. Una progettualità cittadina che però non può esimersi dal coinvolgere il territorio urbano circostante, come motiva Carlo Greppi, sindaco di Vercurago e presidente della Comunità montana del Lario orientale e Valle San Martino.

“Non bastano i piani di governo del territorio per disegnare il futuro di una città – conclude il sindaco Virginio Brivio -. bensì occorre intrecciare le funzioni culturali e turistiche con le istanze industriali e produttive, e FA.TE. bene interpreta questo spirito. Inoltre la cultura vi rientra non come capitolo a sé, isolato, ma pervadendo tutte le iniziative. Le FA.TE. infine sono state capaci di interagire con diversi luoghi della città, da quelli tradizionali dell’ospitalità (circoli e sale) ai luoghi popolari (lo stadio), sino al politecnico che si mostra sempre più nella veste di piattaforma di scambio”.

Molte le realtà associative, istituzionali e del no profit coinvolte nel programmazione delle FA.TE.; una settimana di eventi in cui la vastità di idee e proposte in gioco è inversamente proporzionale all’impegno finanziario. Difatti il festival si definisce low cost: gli organizzatori sono impegnati per un badget di spesa inferiore ai 15.000 €, vi incide inoltre la gratuità degli spazi ospitanti e la disponibilità dei conferenzieri.

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C. C.