ESONDAZIONI, SICCITÀ E FRANE: LECCO E GEOLOGIA NELLA SERATA DEI “LIONS”

LECCO – Martedì 13 febbraio i soci del Lions Club Lecco Host si sono riuniti per assistere alla relazione di Vincenzo Giovine sulla geologia di Lecco.

Giovine ha iniziato il suo intervento ricordando come il padre della geologia sia proprio un lecchese, Antonio Stoppani, nato nel 1824 e che pubblicò nel 1876 il libro ‘Il Bel Paese. Conversazioni sulle bellezze naturali, la geologia e la geografia fisica’. L’uomo, riportato sull’etichetta del formaggio ‘Bel Paese’, considerava la geologia consapevolezza rispetto a ciò che ci circonda in tutte le sue vulnerabilità.

Il relatore ha successivamente illustrato le caratteristiche del territorio lecchese, per poi approfondire le questioni legate alle pericolosità geologiche: “Lecco, si colloca in un ambito morfologico compreso tra i rilievi del massiccio montuoso delle Grigne, aventi cime poste a quote superiori ai 2.000 metri, dal ramo orientale dal Lago di Como, e verso sud, dall’apertura costituita dalla valle d’Adda verso i dolci rilievi brianzoli e l’alta pianura lombarda – ha spiegato Giovine -. Le caratteristiche naturali e morfologiche che da un lato valorizzano il territorio di Lecco costituiscono, allo stesso tempo, delle criticità“.

Una tra queste è rappresentata dal torrente Caldone, che supera il Gerenzone e il Bione, gli altri due grandi torrenti della città, per i rischi esondazione. Il Caldone, a seguito delle opere di urbanizzazione, pone a rischio il centro città. Il Comune ha affidato al Politecnico di Lecco uno studio dedicato proprio a questo torrente.

I dati ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) del 2018 suggeriscono che nella provincia di Lecco su 139.045 famiglie presenti, 2.898 si trovano in zone mappate ad alta pericolosità idraulica, 4.309 a rischio medio e 27.096 a rischio basso. Ma se da un lato il rischio alluvionale non va trascurato, gli effetti climatici hanno reso ormai di attualità anche la situazione diametralmente opposta, si pensi al livello del Lario di Malgrate nel 1946 e poi nel 2022, sotto lo zero idrometrico.

Un’altra pericolosità del territorio è rappresentata dal rischio frana e dissesto, che vede protagoniste le montagne San Martino (il 23 febbraio 1969 la frana dal San Martino è costata la vita a sette persone) e il Resegone. Sempre secondo i dati ISPRA del 2018, nella provincia di Lecco su una popolazione di 336.310 abitanti, sono 2.069 i residenti in aree a pericolosità da frana molto elevata, 3.590 elevata, 53.785 a rischio medio.

Vincenzo Giovine ha concluso il suo intervento evidenziando l’importanza di accrescere la consapevolezza sui rischi geologici di Lecco, ancora troppo bassa, con l’obiettivo di mitigarli e prepararsi adeguatamente in caso di emergenza. “Oltre agli investimenti finanziari per progetti geologici, è fondamentale concentrarsi sulla sensibilizzazione a queste tematiche, partendo dai giovani – ha detto Giovine -. A oggi abbiamo molta documentazione ma poca conoscenza”.

Antonio Brusadelli, presidente del Lions Club Lecco Host, ha ringraziato Giovine per la sua stimolante relazione, evidenziando l’importanza di comprende appieno il nostro territorio nella sua complessità.