LA PREFETTURA DI LECCO
VERSO LA CHIUSURA? RISCHIANO
ANCHE QUESTURA, TRIBUNALE, CC…

LECCO – Lo scenario è di quelli desolanti: una città assurta solo pochi anni fa al rango di capoluogo di provincia che vede scomparire nel breve giro di qualche mese Prefettura, Questura e forse anche il tribunale cittadino. E altro ancora. Dopo che già la sua amministrazione provinciale – come del resto tutti gli enti di quel tipo – è diventata un’istituzione del tutto secondaria, priva di soldi e con metà dei dipendenti a rischio mobilità.

Corre sull’asse Como-Lecco la decadenza di “questa” sponda del lago, con la città manzoniana che fa come lo yo-yo: prima sale, guadagnandosi ruolo, uffici, peso e quant’altro e poi ricade vertiginosamente, con un rimbalzo che rischia di vedere sprofondare tante aspettative, speranze, velleità. E non pochi posti di lavoro, con l’indotto che ne consegue.

TARGA LCVent’anni fa, questa sommatoria di rioni che da sempre fa una certa fatica a riconoscersi come autentica città (ancora oggi quasi tutti si considerano “di Belledo“, “di San Giovanni” e così via) pareva essersi data un’identità, un ruolo: capoluogo di provincia. Che smacco, per l’odiata Como… Anche la piccola Lecco con la sua targa (per poco tempo, in realtà) ma soprattutto la sede di villa Locatelli, e poi di seguito Prefettura, Questura, tutti quegli uffici che competono ad un centro che si rispetti.

Un ventennio, poco tempo e tutto questo potrebbe sparire, sfiorire nel nome della spending review, di una crisi che è nata finanziaria, diventata economica ma che in definitiva qui almeno è proprio di identità. Tra negozi che chiudono – anche giornali, a ruota del famoso Pioverna a breve sparirà pure uno dei settimanali cartacei – squadra di calcio in Serie D, problemi occupazionali che poi sono quelli di tutta Italia, ecco che perfino le istituzioni rischiano di chiudere i battenti. Le anticipazioni di LeccoNews come detto arrivano da lontano, da quel famoso “altro” ramo del lago di Como dove è già nota la fine, come nel libro di G. H. Hall ovvero lo smantellamento di quei palazzi che fino ad oggi hanno dato solidità anche esteriore all’accostamento tra le parole “Lecco” e “Provincia”.

ITALIANO E BELLOMOE allora avanti con le voci, insistenti, della cancellazione in primis della Prefettura di Lecco. fateci caso, qualche giorno fa arriva, improvvisa, la notizia del trasferimento a Matera della dottoressa Antonia Bellomo. Fatto più che normale nella consueta dinamica degli avvicendamenti tra ufficiali di Governo nelle città appunto di provincia. Ma, come hanno rilevato diversi colleghi non di primo pelo, stonava la mancanza del nome del successore dell’ottavo Prefetto della storia lecchese. Si aggiunga che pure la vice viene destinata altrove (anche lei senza venire rimpiazzata nell’immediato), si sommi infine lo stop ai lavori per la costruzione della nuova Prefettura nella ex sede della “mutua” cittadina e il cocktail che ne emerge si rivelerà dei più potenti. Ed esplosivi.

TRIBUNALE LECCOAnche perché, accanto alla prima brutta notizia non possono mancare quelle collegate. Se chiude una Prefettura, se insomma una città perde peso specifico, allora è probabile se non certo che pure altri palazzi importanti rischino di svuotarsi. Il tribunale, forse pure la Questura cittadina. Non sei più un capoluogo – o quasi? E allora ciao palazzo di giustizia e magari ciao Questura (basta un commissariato). E che dire del comando – provinciale appunto – dei Carabinieri? Se ne parla, i rumours che giungono insistenti da fuori Lecco possono trasformarsi in breve da boatos a realtà.

E allora, il retro pensiero che si agita nelle teste dei più maliziosi o ancora dei famosi “non di primo pelo” è che a breve ci saranno ulteriori migliaia di metri quadri “eccellenti” liberi, in quel del centro di Lecco. Magari per un certo periodo avremo un Prefetto e un Questore (di Como) che “terranno” due uffici in altrettante città, ma poi nel giro di sei mesi, un anno torneremo a prima del 1994. “Sotto” Como. Del resto, se Sondrio vivrà la stessa situazione e dipenderà da Bergamo, come Lodi da Milano e così via, per quale motivo noi dovremmo avere un trattamento migliore?

A dirla tutta però, al super-maligno un perché balza in mente: ma qui, non avevamo un sindaco amicissimo di quello che poi è diventato il premier più cazzuto degli ultimi decenni? E non si potrebbe chiedere a Matteo un “aiutino”?

Vedere per credere, manca poco alle elezioni e già un bel motivo di discussione lo abbiamo trovato.

ElleCiEnne 

BRIVIO E RENZI