ROMA – Eluana Englaro aveva il diritto di morire in Lombardia. Ieri pomeriggio il Consiglio di Stato ha messo la parola fine alla vicenda che vide la Englaro trasportata a Udine per eseguire la sentenza della Cassazione che autorizzava la sospensione del trattamento terapeutico e del sondino nasogastrico.
La Regione Lombardia, con decreto voluto da Roberto Formigoni, vietò la sospensione delle terapie che tenevano in vita Eluana. Ebbene, ieri il Consiglio di Stato ha dichiarato illegittimo il provvedimento assunto dall’allora governatore della Lombardia.
«È una sentenza importante sul piano del diritto. I magistrati stabiliscono che la regione era tenuta a fornire le cure alla paziente Englaro e che il diritto ad avere una cura comprende, in sé stesso, il diritto di interromperla» afferma l’avvocato e costituzionalista Vittorio Angiolini, che ha seguito la famiglia Englaro nella lunga battaglia giudiziaria per vedersi riconosciuto il no alle terapie che tenevano in vita Eluana contro la sua volontà.
Eluana quindi avrebbe dovuto trovare l’assistenza che le venne data a Udine anche in Lombardia, come il Tar aveva stabilito.
C. C.