ELEZIONI/LORENZO RIVA CORRE
INSIEME A LETIZIA MORATTI.
OPPORTUNITÀ O PATACCA?

Non si sa chi lo consigli, ma certo è che tra Lorenzo Riva e Letizia Moratti la scintilla dell’intesa è scattata con naturalezza. Del resto si sa, tra ricchi ci si capisce al volo, si parla lo stesso linguaggio, si hanno gli stessi modi e spesso si frequentano anche gli stessi salotti.

“Razza Padrona”, si sarebbe detto una volta usando il titolo di un celebre pamphlet firmato da Eugenio Scalfari.

Sta di fatto che l’ex presidente degli industriali lecchesi e attuale vicepresidente della Camera di Commercio sarà candidato nella lista di Letizia alle prossime elezioni regionali. I sondaggi non danno la sciura meneghina in vantaggio su Attilio Fontana e Pierfrancesco Majorino, e di conseguenza non è facile che scatti un posto al Pirellone per i suoi candidati lecchesi.

Forse qualche possibilità in più Riva l’avrebbe avuta nella lista di Calenda/Renzi, ma qualche vecchia volpe della politica locale tiene quelle posizioni per sé e accoliti.

Riva non è nuovo alla ribalta della politica: di lui si parlò anche come candidato sindaco del centrodestra per Lecco, ma allora l’industriale rifiutò l’offerta, e qualcuno dice persino che le sue simpatie fossero tutte per Mauro Gattinoni che, sebbene di un’associazione datoriale concorrente, era pur sempre nel cotê famigliare ai padroni.

Chi lo consigli, dicevamo, non si sa. Ma ce lo si chiede, eccome: gli hanno offerto una opportunità o una patacca?

Nei corridoi della politica e delle associazioni, più di uno crede che questa mossa costerà a Lorenzo Riva la possibilità di correre per la presidenza della Camera di Commercio Como/Lecco che si rinnoverà nel 2024. Così come sbarrerà la strada ad altri ruoli che richiedono una imparzialità politica che da oggi non c’è più.

Infine, scende nell’agone in una delle competizioni elettorali più difficile, quella che usa le preferenze personali, ovvero un modo inequivocabile per capire se un candidato ha un seguito e un apprezzamento o no.

Se verrà eletto, infine, sarà chiamato a dimostrare che la cosiddetta “società civile” che brama alla politica è in grado di dare un contributo, di impegno, fatica e intelligenza. Se sarà eletto dovrà anche lasciare la vicepresidenza della CCIAA, un ruolo dal quale – per essere onesti – la voce (e le rivendicazioni) del territorio lecchese non si sono fatte sentire con adeguata forza, lasciando campo libero ai cugini comaschi.

Chissà che lo scranno a Milano sarà invece l’occasione per l’ex presidente di Confindustria di dimostrare che l’ugola c’è l’ha e forte. In quel caso lo ascolteremo volentieri.

Lasco ’22