LECCO – Il mancato rinnovo del contratto nazionale degli operai edili dopo un anno e 5 mesi dalla scadenza del precedente, “è un atto ostile contro i lavoratori”. Lo afferma la Fillea Cgil sottolineando come “dal luglio 2016 la trattativa non è mai entrata nel merito della piattaforma presentata dai sindacati”.
“La delegazione dell’Ance – dichiara la Fillea – a livello nazionale non è in grado di esprimere la volontà di arrivare in tempi brevi alla firma del contratto. Il ridisegno degli assetti dirigenziali da un lato e la dialettica interna sulla gestione delle materie previste dal contratto dall’altro, pone l’Ance in una condizione di dilatare in continuazione i tempi per affrontare i temi posti dalla piattaforma. La presentazione di una contro-piattaforma a febbraio. da parte delle delegazioni datoriali esplicita la volontà di non dare risposte concrete alle esigenze dei lavoratori”.
In aggiunta ai temi per il rinnovo, gli operai edili sono in mobilitazione anche “per l’assenza di risposte concrete sull’anticipo dei tempi di approdo alla pensione. Il 70% di respinte delle domande di Ape Social da parte dell’Inps, l’innalzamento dell’età di vecchiaia fino a 67 anni proposto dal Governo Gentiloni, sono elementi che non tengono conto di quanto sia faticoso svolgere il lavoro del muratore”.
A sostegno delle ragioni degli operai edili, in tutto il territorio nazionale si sono svolte iniziative. “Il diritto al rinnovo del contratto – spiegano i sindacati – non può essere messo in discussione e non può essere ostaggio di dialettiche interne alla controparte. La modifica del paradigma del comparto edile, utile per affrontare la complessità del costruire in futuro, passa dalla contrattazione collettiva per adeguare i saperi degli opera, degli impiegati e dei tecnici di cantiere”.