MILANO – Pubblicato il dossier “Ecosistema scuola” di Legambiente, il rapporto annuale sulla qualità dell’edilizia e i servizi scolastici. Il profilo degli edifici scolastici nazionali appare ben al di sotto di quello che meriterebbero luoghi di formazione e crescita per i cittadini del futuro. Lecco promossa nelle “buone pratiche”, è invece tra i casi più gravi nella “graduatoria del rischio”.
Già il Censis aveva impietosamente sottolineato come nel 58,5% degli edifici scolastici statali – 24.000 su 41.000 – gli impianti (elettrici, idraulici, termici) non funzionassero, 9.000 strutture avessero gli intonaci a pezzi, 7.200 edifici facessero i conti con tetti e coperture da rifare e 3.600 fossero le sedi bisognose di interventi sulle strutture portanti. Edifici malandati anche perché vetusti: più del 15% è stato costruito prima del 1945, altrettanti tra il ’45 e il ’60, il 44% risale all’epoca 1961-1980, e solo un quarto è stato costruito dopo il 1980. E per rimediare a tutto ciò servirebbe una notevole quantità di denaro.
Il rapporto di Legambiente dedicato all’ “Ecosistema scuola” su scala nazionale salva per la Lombardia solo le provincie di Sondrio e Brescia, nella top ten della classifica generale (la Valtellina nona con 66,1 punti, la provincia orientale decima con 65,7).
In questa stessa graduatoria Lecco si posiziona al 24esimo posto ottenendo 57,4 punti, quarta tra le lombarde superata da Bergamo. Per dare l’idea delle valutazioni al primo posto i 76 punti di Trento e Prato, nelle ultime posizioni Crotone e Messina con 10 punti.
Lecco può dire la sua anche nella graduatoria specifica per le “buone pratiche“, che premia i comuni che hanno investito in servizi e pratiche ecocompatibili. 103,5 punti valgono per Lecco il ventesimo posto (in regione meglio solo Sondrio, ottava con 118,1 punti; in un range nazionale che varia dai 134,5 di Prato ai 4,4 di Messina).
I parametri di valutazione per questo ambito sono dichiarati in disponibilità del servizio di scuolabus, attivazione pedibus, biblioteche per ragazzi, finanziamenti per attività educative delle scuole e progetti rivolti agli under 14, sicurezza urbana nelle aree esterne agli edifici scolastici, mense scolastiche e pasti biologici, raccolta differenziata dei rifiuti nelle scuole, utilizzo di fonti d’illuminazione a basso consumo, fonti di energia rinnovabile negli edifici scolastici.
Nota molto negativa giunge invece analizzando un’altra classificazione specifica, la “graduatoria del rischio“, che pone Lecco in quinta posizione con -23,1 punti (estremi -34,3 di Mantova e 9,7 di Lecce).
Questo elenco presenta i comuni dove le scuole sono esposte a un maggiore rischio ambientale interno ed esterno. Nelle posizioni più alte troviamo i comuni le cui scuole hanno una esposizione maggiore al rischio. Tra gli indicatori abbiamo l’esposizione a fonti d’inquinamento interno come l’amianto e il radon, la presenza di fonti d’inquinamento atmosferico, elettromagnetico, acustico, industriale, sia tra 1 e 5 km che entro 1 km, i monitoraggi ambientali.
Tuttavia un appiglio per la città manzoniana potrebbe trovarsi nella declinazione della ricerca: Legambiente infatti segnala come in questo caso molti dei dati richiesti (in particolare sulla presenza di fonti d’inquinamento esterno) siano di difficile reperibilità da parte degli enti per la mancanza di un vero monitoraggio. I comuni che si trovano più in basso nella graduatoria non è detto quindi che siano senza scuole a rischio, potrebbero non aver compiuto dei monitoraggi ambientali accurati, al contrario di quelli nelle prime posizioni.
Cesare Canepari
>Questo il rapporto di Legambiente:
Ecosistema Scuola, XIV edizione. Il rapporto annuale sulla qualità dell’edilizia e i servizi scolastici.
> Qui il dossier integrale scaricabile in pdf.