LECCO – “È vita!”. Anche quando a uno sguardo superficiale l’esistenza si trasforma in un dramma. Come nel caso di Giovanna De Ponti Conti, la protagonista del nuovo incontro del centro culturale Alessandro Manzoni di Lecco.
Giovanna, era il 1988, perde il marito in circostanze tragiche: lui, Lodovico, viene ucciso nel corso di una rapina; lei si ritrova a dover tirar grandi sei figli: il più piccolo di un anno, il più grande di 17. Per raccontare del marito e papà, e per dire che la sua e la loro vita hanno comunque un senso, Giovanna scrive un libro di favole dedicato ai figli, “L’arco di luce”. Era il 1994.
Una quindicina di anni dopo Giovanna pensa ad una ristampa del suo libro, ma il mistero della vita la prende ancora una volta in contropiede: le viene diagnosticata la Sla. Inizia per lei un cammino doloroso, che ora la vede costretta ad essere completamente immobilizzata e dipendente da macchine che ne garantiscono la sopravvivenza.
Oggi muove solo gli occhi, che leggendo una tabella trasparente con le lettere le consentono di comunicare, e la bocca che le permette di sorridere. Ma pur dentro il dolore e il misterioso destino cui è stata ed è chiamata, per Giovanna De Ponti Conti questa è vita! Vita vera, tanto da convincerla a riscrivere, insieme ad alcuni amici, le favole de “L’arco di luce” (la nuova edizione è sempre pubblicata da Itaca) per raccontare la sua vicenda umana, e le grandi amicizie che intorno ad essa sono nate e cresciute nel tempo.
Di questa straordinaria avventura si parlerà nell’incontro “E’ vita! Giovanna De Ponti Conti e la malattia inguaribile“, promosso dal centro culturale Alessandro Manzoni, in collaborazione con la Compagnia delle Opere di Lecco, mercoledì 30 ottobre alle 21 a Palazzo Falck (piazza Garibaldi).
Interverranno Cinzia Conti, figlia di Giovanna; Paola Marenco, già responsabile del centro trapianti midollo dell’Ospedale Niguarda e vice presidente dell’associazione “Medicina e Persona”; Rodolfo Balzarotti, curatore del libro “L’arco di luce” e direttore scientifico di The William Congdon Foundation.
“In questi ultimi anni – spiega Gianluca Bezzi, presidente del centro culturale Alessandro Manzoni – abbiamo proposto più momenti di riflessione sul significato dell’esistenza, del dolore, della malattia, trattando della nuova legislazione sul fine vita piuttosto che dell’impegno scientifico a favore delle persone sofferenti della sindrome di Down.
La vicenda e la testimonianza di Giovanna De Ponti Conti ci sembrano esemplari per continuare questo lavoro di ricerca: proprio lei, anche in recenti interviste, ha affermato che l’ultima parola della storia della nostra vita non è fine, ma bene. Pur nella sua condizione drammatica, Giovanna intuisce e intravede un bene: come non ascoltare le sue parole?”.
A Palazzo Falck, mercoledì 30 a partire dalle ore 21, sarà in vendita “L’arco di luce”, Edizioni Itaca, i cui diritti sono devoluti alla Fondazione Nemo per la cura della Sla. L’opera è illustrata da 16 tavole dell’artista francese Marie-Michèle Poncet; la prefazione è di Mario Melazzini, i testi sono stati curati da Rodolfo Balzarotti e Alberto Brasioli.