LECCO – Con la requisitoria e la richiesta delle pene per gli imputati pronunciata quest’oggi dal Pubblico Ministero Bruna Albertini si avvia verso la sentenza di primo grado l’inchiesta “Metastasi“, che la mattina del 2 aprile 2014 riportò l’attenzione dei lecchesi sulla presenza della criminalità organizzata in riva al Lario.
Le indagini sull’assegnazione del bando del Lido di Paré a Valmadrera, svolte dal Gico della Guardia di Finanza e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, portarono all’arresto di dieci sospettati di essere a vario titolo legati alla locale ‘ndranghetista, il cosiddetto clan Trovato, e tra lo stupore di tutti le manette scattarono anche per il sindaco Democratico di Valmadrera, Marco Rusconi, e per il consigliere comunale di Lecco Ernesto Palermo, eletto nella lista PD che sosteneva Brivio, salvo poi passare al gruppo misto una volta entrato a Palazzo Bovara.
Si aprirono così mesi di indagini, inchieste e approfondimenti: il tema andava oltre alla criminalità organizzata, si discuteva di collusioni tra politica e malaffare.
Il processo prese due strade: Palermo insieme a Claudio Bongarzone e Alessandro Nania scelsero il rito abbreviato. Per loro la sentenza fu di colpevolezza ma venne stralciata l’aggravante di associazione mafiosa. Nel frattempo si aprì un secondo filone d’indagine che coinvolse altri undici imputati (alcuni dei quali già coinvolti nell’inchiesta) per riciclaggio di denaro, poi inserito nel processo principale.
Quest’oggi la Procura della Repubblica, ribadendo il carattere di associazione mafiosa, ha chiesto pene severe per ciascuno di loro: Mario Trovato, Marco Rusconi, Antonello Redaelli, Saverio Lilliu, Antonino Romeo, Massimo Nasatti, Claudio Crotta, Gaetano Mauri, Rolando Trovato, Giacomo Trovato, Stefania Shanna Trovato, Franco Trovato, Claudio Bongarzone, Gian Guido Mazza, Alessio Ghislanzoni, Gilvana Goncalves, Alexandra Ivanoskhova.
>>> Tutta la vicenda nell’archivio di LECCONEWS.LC