LECCO – Questa settimana l’agenda recita: accordo del Comune con Regione e Provincia per la definizione di alcuni immobili in città di proprietà. Un accordo che non appartiene più alle buone intenzioni, ma ai fatto concreti.
Una firma che ha un grande peso per tutta la città. Mercoledì a Varenna, con il presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni e il presidente della Provincia di Lecco, Flavio Polano abbiamo sottoscritto il “Protocollo d’intesa per la valorizzazione delle sedi istituzionali di Regione Lombardia, Provincia di Lecco e Comune di Lecco”. E il “gioco del Monopoli” è finito e possiamo riassumere con questo schema il nuovo quadro immobiliare cittadini:
All’indomani di questo avvenimento, vorrei ripercorrere con voi i passaggi principali che ci hanno portato a questo importante risultato.
I rilievi effettuati nel 2016 sugli stabili di proprietà del Comune hanno evidenziato, come è noto, varie situazioni di criticità con alcuni punti di rilevante importanza. Da quel momento, l’Amministrazione comunale ha lavorato costantemente per trovare una soluzione che sia sicura e dignitosa sia per i propri collaboratori che per i cittadini che ogni giorno fanno riferimento agli uffici pubblici. Proprio nell’ottica di un’azione complessiva di rivalutazione e riqualificazione del patrimonio immobiliare del Comune di Lecco, abbiamo richiesto a Regione Lombardia la disponibilità di utilizzo dell’edificio di sua proprietà in via Marco d’Oggiono, meglio conosciuto come ex-Politecnico. Il cuore dell’operazione, infatti, riguarda proprio questo passaggio.
Nel dicembre 2016 Regione Lombardia ha trasmesso una nota in cui si rendeva disponibile a concedere in uso temporaneo alcuni spazi per alcune funzioni del Comune più in difficoltà, come le Politiche sociali, oggi in via Sassi. Ma, parallelamente a questa disponibilità, sono emerse nuove esigenze di razionalizzazione delle sedi istituzionali di Regione, Provincia, Dipartimento ARPA e sede territoriale ATS, oltre che del Comune, che hanno permesso di avviare un confronto tra Enti territoriali per ipotizzare una differente ottimizzazione delle strutture a valenza pubblica.
La Regione, su forte sollecitazione dell’Amministrazione comunale, si è resa quindi disponibile a vendere l’immobile di via Marco d’Oggiono al Comune di Lecco, ad esclusione di una limitata porzione da destinare all’ATS Brianza sulla quale il Comune vanta comunque un diritto di prelazione.
Con la recente variazione di Bilancio, il Comune ha già stanziato 450.000 euro che verranno impiegati per le indagini preliminari sullo stato dell’immobile, soprattutto dal punto di vista impiantistico. L’obiettivo che ci prefiggiamo è quello di progettare la nuova sede degli uffici comunali con una distribuzione funzionale ed organizzativa che favorisca la qualità dell’ambiente di lavoro coinvolgendo ed interessando, in maniera attiva, i diversi settori anche durante gli stati di avanzamento dei lavori. L’idea di massima è quella di spostare buona parte degli uffici e servizi attualmente dislocati presso la sede di piazza Diaz, tutti quelli in corso Matteotti e quelli presso la sede di via Sassi (da ultimi gli uffici di Polizia Locale in ragione dell’elevata complessità impiantistica e tecnologica). Si tratta di un obiettivo che in questi due anni abbiamo con tenacia perseguito fino alla sottoscrizione di questo protocollo e per cui ringrazio in particolare l’assessore all’Urbanistica del Comune di Lecco, Gaia Bolognini e i dirigenti sia del Comune che degli altri Enti coinvolti per il grande lavoro di squadra portato avanti con determinazione.
La straordinarietà di questo accordo sta nell’essere un’operazione interamente pubblica. Certo a tutti piacerebbe poter costruire da zero una nuova struttura, magari in centro città, moderna ed efficiente, ma bisogna sempre fare i conti con risorse economiche limitate, l’abbattimento degli sprechi e la rigenerazione urbana che limiti il consumo di suolo. Quella trovata è una soluzione concreta, non un disegno destinato a restare nel libro dei sogni, sostenibile finanziariamente e progettualmente e che apre la strada per un nuovo scenario.
Se da una parte, infatti, gli uffici comunali verranno trasferiti in via Marco d’Oggiono, la sede istituzionale e di rappresentanza resterà in piazza Diaz, ma con il possibile abbattimento delle palazzine che affacciano in piazza Sassi. Questo passaggio permetterà una razionalizzazione dell’accesso alla stazione ferroviaria con una migliore fruibilità per i pendolari e una sistemazione della piazza con più spazio per gli utenti.
E’ un’occasione che capita raramente e non abbiamo intenzione di farci scoraggiare da futuri ostacoli che sicuramente incontreremo. Non nascondiamo la difficoltà di questa sfida che richiede il contributo e l’impegno dell’intera Amministrazione comunale, senza distinguo di colori e casacche, e di tutti i collaboratori del Comune di Lecco a cui chiedo di rimanere al nostro fianco per conseguire il risultato finale. Un risultato che vedrà finalmente una sede istituzionale e un luogo di lavoro decoroso e all’altezza dei servizi erogati. L’alternativa, lo ricordo, sarebbe stato un piano di medio periodo di ristrutturazione delle sedi comunali, a step, altrettanto oneroso, e comunque non definitivamente risolutivo, e con disagi notevoli per dipendenti e cittadini.
E’ un cammino che ci motiva ad andare avanti il più spediti possibile e che, ai miei occhi, evidenzia un’altra operazione dal grande profilo sociale. Dopo 20 anni, la Psichiatria della città trova una sua degna, è il caso di drilo, sistemazione nell’immobile Padiglione Gazzaniga (già storico ospedale) in via Tubi. Qual è il valore di questo “trasloco”? Le patologie di carattere psichiatrico sono sempre più numerose ed evidenti, specie con al centro i giovani. Non è un caso se la comunità scientifica mondiale prevede che le depressioni, nelle loro manifestazioni, siano al secondo posto tra le malattie dopo quelle cardiovascolari. Un dato allarmante che impone a ciascuno di fare la propria piccola parte invertire la tendenza e rendere il più possibile dignitosa la vita di uomini e donne, giovani e anziani, colpiti da queste forme che vedono ardue le relazioni famigliari e sociali.
Chiudo qua, con un pizzico di ottimismo in più e con la legittima soddisfazione di affermare che, tra tante lamentele, l’accordo di Varenna ha il segno “pubblico”, quando invece sul fronte privato non riscontro la stessa sollecitudine!
Virginio Brivio
Sindaco di Lecco