LECCO – Un incidente in montagna è stato fatale per l’alpinista lecchese Marco Anghileri detto ‘Butch’, disperso ieri sul Monte Bianco, cercato per ore dal Soccorso Alpino Valdostano per ore e alla fine ne è stato individuato il corpo lontano dal sentiero di ritorno della scalata che aveva effettuato. Venerdì, infatti, Anghileri aveva affrontato la via Jöri Bardill sul pilone centrale del Freney ed era sulla strada del ritorno.
L’alpinista lecchese, 42 anni, lascia moglie e due figli. Figlio di Aldino Anghileri, ha respirato alpinismo fin da piccolo. Si tratta di un vuoto nel mondo alpinistico lecchese, Butch amava la montagna (il suo curriculum è lunghissimo) l’affrontava comunque e spesso anche di notte.
Era conosciutissimo non solo per l’attività alpinistica ma anche come imprenditore; col padre era stato titolare della nota marca di abbigliamento e calzature sportive e da montagna “Ande” (poi ceduta ad una società cinese), si occupava dello stesso settore e gestiva il ristorante-pizzeria 2184 ai Piani dei Resinelli. Era anche nel mondo dell’editoria, da presidente del Cda dell’editrice di un sito on line di informazione lecchese. Personaggio eclettico, molto diretto e amante delle imprese solitarie, apparteneva ad una famiglia di alpinisti che aveva già vissuto una tragedia (in quel caso stradale) quando 17 anni fa era morto il fratello di Marco, Giorgio Anghileri, rimasto ucciso da un camion che lo aveva travolto lungo la 36.
Lo ricorda così Giuseppe Orlandi, detto “Calumer“, presidente del CAI Ballabio, amico di Anghileri e storico soccorritore in Grignetta: “Butch io l’ho visto crescere, era una persona dolcissima, affabile e sempre pronta a darsi da fare in tutti i campi. E come alpinista era il più forte del mondo – non lo sostengo solo io. L’avevo sentito l’altra domenica, prima della partenza per il Bianco; avevamo parlato come sempre delle difficoltà di quella salita, lui ne ha compiute tante e anche questa l’aveva portata a termine. Poi quel breve tratto di discesa gli è stato purtroppo fatale“.
Marco Anghileri (a destra) con l’alpinista Fabio Valseschini