LECCO – Siede sia tra i banchi di coloro che si ergono a pilastro contro la riorganizzazione in Comune a Lecco (voluta anche da Corrado Valsecchi) sia con i nuovi componenti del direttivo di Appello per Lecco, di cui esponente di punta è proprio l’amministratore. Italo Bonacina, segretario provinciale Uil Fpl, è infatti un nuovo rappresentante dell’associazione che sostiene la lista civica al governo della città insieme al Pd e a Vivere Lecco. Così il sindacalista si troverebbe ora da una parte contro il suo esponente di punta, dall’altra al suo fianco.
Una situazione da cui potrebbe nascere un conflitto d’interessi. Ma Valsecchi getta acqua sul fuoco: “All’interno dell’associazione non mettiamo il bavaglio a nessuno. Bonacina è vicino ad ApL da anni e quando ha deciso di candidarsi al direttivo non abbiamo pensato ai conflitti d’interesse e, se ne dovessero sorgere, nulla gli vieta di farsi da parte. Sicuramente porterà all’interno dell’associazione tante idee, ma la riorganizzazione non c’entra con il nostro gruppo, bensì con la città”.
Valsecchi però cita anche un altro caso a contatto sia con il mondo politico lecchese sia con il lavoro della macchina comunale, ovvero Antonio Schiripo, presidente del Pd Città di Lecco e membro delle Rsu di Palazzo Bovara. “Sono stato eletto presidente tempo fa – spiega l’esponente democratico – e sono uno dei dodici rappresentanti scelti dai lavoratori. Non sono però né il coordinatore, né il segretario di un’organizzazione sindacale” come invece è Bonacina nella Uil.
Ciò che stride è il momento “storico” in cui è arrivata l’elezione di Bonacina all’interno del direttivo. Perché nell’ultimo mese le organizzazioni sindacali hanno, di fatto, dichiarato guerra all’Amministrazione sul fronte della riorganizzazione voluta dal sindaco Virginio Brivio insieme al segretario generale Michele Luccisano e all’assessore Valsecchi. I sindacati hanno infatti inviato i documenti relativi alla procedura ad Anac, Aran, Corte dei conti e Procura della Repubblica, facendo così saltare le trattative. Insomma, non si tratta certo di un momento in cui le due fazioni viaggiano su una linea comune.