«In bocca al lupo ragazzi, siete la più grande risorsa dell’Italia».
Twittava così ieri, 14 settembre, Matteo Renzi, lanciando in rete il suo personale augurio a tutti gli studenti che ritornano sui banchi dopo la pausa estiva. Un «in bocca al lupo» che s’accompagna a parole importanti. La più grande risorsa sono loro, i giovani: coloro che costruiranno il nostro futuro, che porteranno avanti, negli anni a venire, le sorti di questo paese.
Anche il quotidiano La Repubblica pareva attribuire, qualche tempo fa, una grande importanza a questa nuova generazione di ragazzi che s’affaccia alle porte dell’adolescenza con una grande carica vitale, un’energia positiva, volenterosa, che spesso sfocia in iniziative concrete. Data infatti 25 maggio 2015 un articolo in cui si sottolineava con veemenza l’importanza della forte presenza di giovani ai vari Festival disseminati in tutta Italia. Le cifre parlano chiaro: solo quest’anno il Festival della Mente di Sarzana si è accaparrato 600 giovani, 200 sono andati a PordenoneLegge, 2500 alla kermesse autunnale diBergamoScienza e non è da meno il Festivaletteratura di Mantova che ha da poco chiuso i battenti: su 700 volontari impegnati attivamente nell’organizzazione – qui amano chiamarli Magliette Blu – 500 sono ragazzi dai 16 anni in su.
Il Festival di Mantova raccoglie giovani che «fanno i chilometri» giusto per darsi da fare: vengono da tutta Italia, soprattutto grazie ai rapporti con le scuole di Mestre, Ferrara, Salò e Parma. Dormono in palestre, pensionati e campeggi e si impegnano su tutti i fronti. Dalla pratica all’informazione, arrivano fino alla gestione della logistica: «vengono coinvolti anche nella valutazione. Sono sul campo più di noi, danno suggerimenti per migliorare il festival», parola di organizzatore esperto, adulto e, soprattutto, retribuito.
Già.
Perché se questi eventi stanno in piedi, se hanno successo e se piacciono tanto alla gente è anche grazie a tutta questa manovalanza felice e contenta che spende i propri giorni e dedica impegno, intelligenza e fatica al servizio di un bene più alto, più elevato: la cultura. Nostra Signora Cultura.
Che sarà mai, dunque, farlo gratis? Vuoi mettere la bellezza del portare una sedia al conferenziere di turno, del costeggiare il banchetto dove lo scrittore del momento sta rilasciando autografi? E che dire della piacevolezza del dormire in grandi camerate, mangiare cioccolatini alle sette del mattino, giocare a calcetto, fare colazione insieme e poi tutti felici al lavoro?
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