LECCO – La sezione lecchese di Sinistra Italiana ribadisce il suo “no” convinto al progetto del teleriscaldamento legato al termovalorizzatore di Valmadrera inviando un comunicato a tutti i Comuni da distribuire ai consiglieri in modo che questi – spiegano dal partito – “abbiano tutti gli elementi per poter decidere in coscienza. Consideriamo la partita tutt’altro che chiusa – continuano – e pensiamo che solo entrando nel merito delle questioni fondamentali sia possibile evitare di commettere errori che si ripercuoteranno per anni”.
Sinistra Italiana Lecco afferma con decisione e determinazione la già nota contrarietà al progetto di teleriscaldamento così come presentato da Silea e fortemente criticato da molti amministratori locali, comitati civici e cittadini. Il teleriscaldamento in sé è un mezzo che ha degli aspetti positivi perché abbatte l’inquinamento da riscaldamento e non ha elementi di pericolosità che lo rendano inaccettabile, anche se non rappresenta certo una scelta di avanguardia rispetto alle politiche energetiche, altra cosa è il suo legame con il Termovalorizzatore.
Il progetto che interesserebbe il sito di Valmadrera inoltre, è in contrasto con i principi dell’economia circolare sanciti dall’Unione Europea, che prediligono il riciclo e riuso e non l’incenerimento. La società Silea oggi è un patrimonio pubblico importante per il nostro territorio, funziona e ha un’organizzazione efficiente. In più negli anni ha promosso molte iniziative volte a diffondere sul territorio una cultura di attenzione all’ambiente, sensibilizzando i cittadini alla raccolta differenziata. Non è pensabile tornare a un modello che scarichi sui Comuni la gestione del ciclo dei rifiuti. Inoltre, avere un’unica società provinciale totalmente pubblica ha consentito e consente di fare una politica tariffaria che premia i Comuni che differenziano e riducono i rifiuti mentre penalizza quelli meno virtuosi. Il progetto di Teleriscaldamento, così come presentato e soprattutto come previsto dall’imposizione regionale, però apre una serie di dubbi e soprattutto, essendo necessario al funzionamento del progetto il mantenimento di alti volumi di incenerimento, confligge con quell’obiettivo di riduzione dei rifiuti bruciati, fino al raggiungimento della quota zero.
I motivi della nostra contrarietà al piano, così come proposto, sono i seguenti:
– Costo del progetto: oltre 50 milioni di euro, di cui 13,5 milioni a carico di Silea, sono un investimento molto oneroso che non va nella direzione giusta
– Incompatibilità con l’obiettivo della riduzione dei rifiuti: l’efficienza della produzione è legata ai volumi di incenerimento del forno
– Tradimento della mission aziendale: se la missione di Silea è gestire al meglio il ciclo dei rifiuti e non diventare un operatore in campo energetico, per quale motivo nel progetto si prevede di realizzare direttamente e con fondi propri (oltre 13 milioni di Euro) anche la centrale, invece di lasciarla in carico a chi dovrebbe realizzare la rete di distribuzione? Tra l’altro, questa scelta lega inevitabilmente il teleriscaldamento con il funzionamento del forno e con il tempo di attività dello stesso, impedendo a gestore di pensare ad alternative meno impattanti al termine dell’attività del termovalorizzatore.
– Servirebbe solo un bacino ristretto con utenze limitate e verrebbe realizzato in condizioni territoriali molto complesse e con il complicato attraversamento del Lago di Lecco
– Salute dei cittadini: già la Regione aveva rilevato “in una delle prescrizioni generali riportate nell’allegato tecnico dell’Autorizzazione Integrata Ambientale del settembre 2014 si registrava una “concentrazione di diossine rilevate monte/valle nella roggia affluente del Rio Torto evidenziate da ARPA” (cit. sito Rifiuti Zero).
Pensiamo che debba essere evitato ogni coinvolgimento di Lario Reti Holding e delle sue controllate nella realizzazione della rete di teleriscaldamento, in quanto riteniamo che le risorse economiche accantonate in questi anni debbano servire per la partecipazione alle gare per la gestione delle reti del gas, per la promozione di energie veramente rinnovabili e come garanzia per i finanziamento del Servizio idrico integrato. Pertanto sarebbe un atto di serietà iniziare a fare una verifica per appurare che effettivamente esistano le condizioni di mercato per un investimento di queste dimensioni, per evitare che gli oneri vengano scaricati totalmente sulle società pubbliche per pura scelta politica con qualche fondato dubbio circa il conflitto di interessi e la corretta gestione delle risorse pubbliche.
Le nostre azioni:
– Sosteniamo la richiesta di indire un referendum presentata dal consigliere Sergio Brambilla con l’apertura di un percorso di illustrazione e coinvolgimento dei cittadini
– Chiediamo ai Sindaci che si facciano promotori verso la Regione Lombardia di una richiesta esplicita di modifica dell’AIA – che elimini l’obbligo di realizzazione del teleriscaldamento – e di indicazione del piano di dismissione dei termovalorizzatori, atteso da anni e mai approvato, così da aver chiaro il destino di quello di Valmadrera
– Invitiamo i partiti del centrodestra a smetterla con il gioco delle tre carte, sostenendo una posizione a Lecco e non attivando iniziative coerenti in Regione, dove governano e dove latitano sul tema della dismissione dei termovalorizzatori
– Chiediamo al PD, che ha deciso di sostenere comunque e a priori la realizzazione dell’impianto, di assumere una posizione più rispettosa nei confronti dei molti amministratori locali che sollevano numerose obiezioni al teleriscaldamento e chiedono di riaprire la discussione in modo serio e responsabile, non accontentandosi di risposte fumose;
– Proponiamo di convocare gli Stati generali dell’ambiente, per un confronto aperto tra Silea, Provincia, Comuni, partiti e associazioni, per giungere a un progetto condiviso per il futuro.