LECCO – Una lettera aperta indirizzata al sindaco, alla giunta e ai consiglieri comunali della città di Lecco da parte dei quasi trenta soggetti promotori del progetto della “città della luce”, chiedendo loro audizione per illustrare la propria proposta di riutilizzo dell’area della ex-Leuci con l’obiettivo di sensibilizzare il cosiddetto “Sistema Lecco” e di spingere le istituzioni ad assumere questo tema tra le priorità.
Come coalizione di cittadini, lavoratori, associazioni e partiti che ormai da anni si battono per il riutilizzo produttivo dell’area ex-Leuci, abbiamo deciso di indirizzare a voi questa lettera aperta perché riteniamo che sia principalmente attraverso il confronto tra forze sociali e istituzioni che l’obiettivo del riutilizzo produttivo delle ex aree industriali e in particolare dell’area ex-Leuci possa essere conseguito.
Oggi l’area della ex Leuci è un grande buco nero nella città. Eppure quell’area è forse la più emblematica di tutte le aree dismesse, per l’accumulo di storia sociale ed economica che simboleggia. Lo stato di abbandono in cui versa il sito ci pare una enorme provocazione a cielo aperto, sotto gli occhi della città, a cui però non vogliamo che la città diventi assuefatta, quasi a considerarlo normale. Ciò contro cui ci opponiamo e contro cui chiediamo che le istituzioni del territorio si dichiarino è, in primo luogo, l’idea che una proprietà privata, solo perché tale, possa permettersi di comportarsi al di fuori della legge e in spregio a qualsiasi interesse pubblico. Riteniamo che ci sia un interesse pubblico superiore a cui la proprietà dell’area debba essere richiamata e che questo interesse pubblico sia in primo luogo quello di far tornare quell’area uno spazio produttore di nuovo sviluppo e di lavoro e sede di funzioni sociali e culturali. È questo un sogno utopico destinato fatalmente ad infrangersi sugli scogli dell’impossibilità di agire nell’interesse pubblico su un’area privata? È solo il mercato, con le sue logiche esclusive di mera quanto supposta convenienza economica individuale, a regolare lo sviluppo virtuoso di un territorio? Noi siamo convinti di no per il semplice fatto che in altri territori, del tutto confrontabili con il nostro, si è saputo concretamente coniugare l’intraprendenza pubblica con situazioni di degrado private. Perché a Lecco non dovrebbe essere possibile reinventare uno spazio trasformandolo da luogo dell’abbandono a opportunità di cambiamento? Anche la più recente vicenda della presenza di amianto deteriorato e del pericolo per la salute pubblica, mostra che l’unico modo per risolvere definitivamente il problema non può essere la sola bonifica, ma la rigenerazione dell’area per ripensarne l’utilizzo in forma nuova, escludendo naturalmente la logica della rendita speculativa a fini residenziali o commerciali. Anche perché, facciamo presente che una parte consistente degli edifici dell’area ex-Leuci sono costruzioni dei primi del ‘900, esempio di edifici storici sottoponibili in ogni momento a vincolo storico artistico, condizione che bloccherebbe automaticamente qualsiasi utilizzo alternativo dell’area.
Ad una piena rigenerazione produttiva dell’area punta invece il progetto di “Cittadellaluce” rovesciando per molti versi la prospettiva della reindustrializzazione tradizionale dell’area: non reinsediamento di attività industriali e basta ma trasformazione di quel luogo in sede di funzioni (di ricerca, terziarie, sociali) al servizio del tessuto produttivo del territorio e della vita sociale e culturale della città. Un progetto promosso dal basso e che ad oggi rimane l’unica proposta che la città abbia espresso sulla ex-Leuci. Non vogliamo dilungarci per entrare nel merito delle singole proposte che abbiamo avanzato, rimandando per ciascuna di esse alla – peraltro ricca – elaborazione del masterplan. L’esperienza delle altre città ci indica soprattutto una condizione fondamentale perché un processo di questo tipo si inneschi: una forte volontà politica e amministrativa di assumere l’onere della proposta, della progettazione e dell’accompagnamento da parte delle istituzioni pubbliche e, in questo caso, soprattutto del comune come ente titolare della responsabilità di pianificare usi e destinazioni del proprio territorio. Ciò che secondo noi è mancato fino ad oggi qui a Lecco ed invece ciò che chiediamo che si avvii a partire da oggi; auspicando che ciò non riguardi solo il comune, ma che il comune si faccia volano del coinvolgimento di un tessuto delle rappresentanze, delle autonomie funzionali (Cciaae Politecnico), ecc. che ad oggi è rimasto totalmente indifferente al tema, al contrario di altri casi territoriali di riutilizzo virtuoso nei quali le rappresentanze dell’impresa e del lavoro sono state parte attiva.
Con la presente lettera aperta chiediamo pertanto a codesta amministrazione che sia data specifica audizione a livello di commissioni consiliari e di giunta comunale per poter illustrare la proposta di riutilizzo dell’area ex-Leuci come primo atto di un percorso realmente partecipativo orientato all’utilità pubblica dove si possano saldare anche altre eventuali proposte che potessero essere avanzate da ulteriori realtà sociali o politiche. Una cosa è certa : il riutilizzo virtuoso di quest’area, così centrale e paradigmatico da vari punti di vista non solo per la città, non è più procrastinabile, viste anche le attuali pesanti condizioni di degrado. Chiediamo che l’amministrazione ed il consiglio comunale, e l’intero cosiddetto “Sistema Lecco”, lo assumano tra le proprie principali priorità. Rimanendo in solerte attesa di un vostro tempestivo riscontro vi inviamo i nostri migliori saluti.