COVID. L’ATS DISCUTE DI PREVENZIONE E DI FASE POST-PANDEMICA

LECCO – Vaccinazioni e terapie: sono questi i temi sui quali si sono confrontati i medici delle Residenze per Anziani e per Disabili presenti sul territorio di ATS Brianza in una due giorni di lavori, organizzati dalla Direzione Sociosanitaria di ATS Brianza, presso le sedi ATS di Monza e di Lecco, rispettivamente il 2 e 3 novembre scorso.

Molti gli spunti di confronto emersi dagli interventi del qualificato parterre di relatori: Paolo Bonfanti, direttore della Struttura Complessa di Malattie Infettive Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori di Monza e professore associato dell’Università Milano-Bicocca, Stefania Piconi, direttore della Struttura Complessa di Malattie Infettive dell’ASST Lecco, Ospedale A. Manzoni, Antonio Colaianni, direttore sociosanitario di ATS Brianza e Laura Rizzi, medico infettivologo del DIPS – SS Governo Attività Vaccinale e Screening di ATS Brianza.

Dagli interventi è emersa come sia cambiata l’evoluzione dell’infezione da SARS-CoV-2 in questi anni e come si siano acquisite, grazie a numerosi studi a valenza internazionale, molte importanti conoscenze. Tra queste, per esempio, che il decorso verso forme di malattia severa è correlata anche alla presenza di fattori di rischio quali l’età, la presenza di broncopneumopatie croniche, la malattia cardiaca, il diabete mellito, l’immunodepressione, l’obesità, l’epatopatia e l’insufficienza renale.

Si è arrivati ad avere l’accessibilità a farmaci antivirali specifici anti SARS-CoV-2, alcuni dei quali possono essere utilizzati non solo in ambito ospedaliero ma anche nelle RSA, sulla base di un prezioso rapporto di collaborazione che le due cliniche di Malattie Infettive hanno con le strutture della Rete dello specifico territorio, riducendo così il rischio di ospedalizzazione. Ma oltre le terapie, somministrabili in fase iniziale e su pazienti selezionati, è emersa l’importanza della vaccinazione, soprattutto nelle coorte dei soggetti fragili per età avanzata e per patologie croniche concomitanti, che vivono in particolari ambienti di vita (quali le RSA e strutture per lungodegenti), nel proteggere gli ospiti dalle forme gravi di malattia.

Nelle RSA di ATS Brianza il livello di copertura vaccinale per il Covid-19 è superiore al 90% e questo è il principale motivo per cui le eventuali nuove infezioni o reinfezioni non determinano quadri clinici drammatici che si osservavano invece nelle prime ondate pandemiche. Dagli incontri è emerso, inoltre, come questo cambiamento indotto anche da nuovi farmaci e vaccinazione consente il progressivo ritorno a condizioni di vita e di attività di gestione ordinaria, pur mantenendo una prudente attenzione e promozione dei comportamenti che possono proteggere gli ospiti più fragili.

Comportamenti responsabili, quali indossare DPI (le mascherine) da parte di coloro che lavorano o intendono far visita nelle strutture dove ci sono persone fragili, astenersi responsabilmente dall’accesso in tali strutture se si hanno sintomi o diagnosi di infezione da Covid-19 o di altre malattie da virus a diffusione respiratoria, non dimenticando la norma più importante e più semplice, ovvero l’appropriata igienizzazione delle mani. I medici che hanno partecipato alla due giorni di incontri hanno rimarcato quanto sia importante poter garantire una vita interna alla struttura con relazioni e rapporti sociali, auspicando che al più presto, anche per le RSA, l’obbligo di isolamento si trasformi in regole e precauzioni ormai ben conosciute e codificate nelle procedure interne.

Parlando di vaccinazioni è utile ricordare come lo scorso primo di ottobre sia partita in tutta la regione la campagna vaccinale antinfluenzale promossa da Regione Lombardia, che offre anche agli Ospiti delle unità d’offerta sociosanitarie la vaccinazione gratuita antinfluenzale e anti-Covid-19. Resta sempre attiva per questa tipologia di persone, l’offerta “destagionalizzata”, vale a dire che si può somministrare in ogni periodo dell’anno, della vaccinazione antipneumococcica e della vaccinazione per l’herpes zoster.

Tornando alle ultime iniziative, la due giorni di lavori ha visto una numerosa partecipazione con molte domande ai relatori, che hanno consentito di chiarire e condividere molti aspetti tra i vari professionisti presenti, segno di una buona integrazione tra realtà ospedaliera e strutture territoriali. Colaianni, nel ringraziare i relatori e i partecipanti, ha sottolineato che l’integrazione e il collegamento ospedale territorio non sia un concetto astratto e teorico ma è una virtuosa conseguenza delle positive relazioni che permettono di costruire insieme buone prassi e servizi collegati in rete.