LECCO – All’Isolago di Lecco oggi, dal lato delle rampe d’ingresso al parcheggio sotterraneo, sono stati montati dei dissuasori per impedire alle persone di sedersi sui muretti, con relativa sequela di divieti – “vietato sostare, bivaccare, sdraiarsi” – e annessa telecamera di sorveglianza. Una misura che può essere letta e inserita nel panorama delle azioni “anti-degrado” che, per iniziativa sia privata che pubblica, sempre più spesso vengono realizzate a Lecco come in molte altre città italiane.
Qual è il “degrado” a cui nello specifico contesto dell’Isolago si fa la guerra? Per un lecchese che sia passato sotto quei portici anche solo una volta la risposta è semplice: il “degrado” causato da ragazzi e ragazze che, per dirla con un termine caro alle normative in materia di sicurezza, “bivaccano” lì: schiamazzi, abuso di alcol e sostanze stupefacenti, atteggiamenti sessualmente espliciti, musica a tutto volume. Queste le parole con cui siamo abituati a sentir descrivere un “bivacco”.
Ma perché non ci si sforza mai di cercare altre parole per capire cosa ci facciano lì questi ragazzi e ragazze? Si potrebbe, ad esempio, parlare di socializzazione tra coetanei, che può passare anche attraverso comportamenti trasgressivi come fumare o bere, e si potrebbe parlare di affetto, di baci. Perché non parlare di bivacco nel suo senso positivo, come momento, all’aperto, di condivisione, di convivialità all’interno di un gruppo?
Lecco non offre molti spazi di socializzazione all’aperto ai giovani, quando piove poi la situazione si complica. Quella parte dell’Isolago con la sua posizione un po’ appartata, il porticato e la vicinanza alla stazione, è, quindi, sicuramente attrattiva per un giovane che voglia passare un pomeriggio in compagnia degli amici, magari provenienti da diverse zone della provincia.
È importante iniziare a riflettere su cosa significhi “anti-degrado”, e il suo equivalente “pro-decoro”. Provare a pensare a quali sono i soggetti che di volta in volta vengono colpiti – e spesso sempre più marginalizzati, data l’assenza di soluzioni alternative valide – da queste politiche. Troppo spesso l’espressione “anti-degrado” diventa sinonimo di anti-giovani, come in questo caso, anti-poveri, come nel caso di molti arredi urbani (si pensi alle panche con braccioli), anti-migranti.
È importante soprattutto pensarci oggi, nel giorno dell’insediamento del Governo più di destra, più apertamente razzista e più nazionalista nella storia della Repubblica Italiana.
LcN