CONFINDUSTRIA, MAGGI:
“ALLA CAMERA DI COMMERCIO
PERSONE NUOVE”

confindustria bilancio 2014LECCO – “È stato un anno difficile per le nostre imprese, cerchiamo di resistere”. Giovanni Maggi, presidente provinciale di Confindustria traccia un bilancio del 2014. Per via Caprera gli ultimi dodici mesi sono stati molto importanti. “Ci siamo strutturati unendoci con Confindustria Sondrio, creando un’unica associazione ancora più grossa che possa aiutare tutte le imprese del territorio”. Il numero uno degli industriali lecchesi risponde a Confartigianato, che sponsorizza ancora Vico Valassi alla Camera di Commercio: “Ora serve un ricambio generazionale anche nelle altre associazioni e istituzioni, solo così il territorio può migliorare grazie a idee nuove”. “In questo paese ci siamo resi conto che non siamo più in grado di gestire tutta la macchina – prosegue –, non siamo ancora un paese moderno. In una situazione del genere si tagliano prefetture, province e altro. Ma vengono abolite anche riferimenti positivi. Spero che nel 2015 il governo tagli le tasse per favorire il rilancio dell’economia”. Un passo positivo per il Lecchese è l’acquisto della Lucchini di via Arlenico da parte del gruppo Duferco-Feralpi. “Hanno speso 22 milioni di euro, hanno salvato i lavoratori, un’operazione importante anche perché c’è l’intenzione di mantenere qui il mondo dell’acciaio”.

Nell’ultima analisi congiunturale la domanda è in contrazione a livello locale e, contrariamente a quanto rilevato nelle precedenti analisi, anche a livello di export per il quale i giudizi indicanti una dinamica in diminuzione superano quelli che esprimono una maggior intensità degli scambi in novembre. “Quest’ultimo è un segnale preoccupante per le imprese del territorio – spiega il presidente – soprattutto perché è la prima volta, da inizio anno, in cui si registra una prevalenza di giudizi in rallentamento riguardo alle esportazioni. L’export è uno dei punti di forza del territorio e rilevarne una contrazione non è certo un buon segnale, anche se, in questo caso, ci stiamo riferendo a giudizi qualitativi e non a dati numerici. Non si tratta ancora di un grido di allarme, ma serve attenzione”.

L’attività produttiva assume le stesse dinamiche viste per gli ordini e mostra un rallentamento. In questo quadro l’unica variabile a restare costante è il tasso di utilizzo della capacità produttiva mediamente impiegata che resta sui livelli registrati a settembre (75%).

Anche l’andamento del fatturato mostra segnali di diminuzione, con quasi un’azienda su quattro che ha indicato una contrazione delle vendite. Sul versante dell’occupazione il giudizio prevalente risulta essere la stabilità, indicata per quasi l’80% delle aziende.