LECCO – Un’altra batosta è all’orizzonte sul fronte acqua pubblica nella provincia di Lecco. A segnalarlo il “Comitato lecchese per Acqua Pubblica e i Beni Comuni” nell’incontro indetto in vista di una data molto importante: il 30 giugno, giorno in cui i comuni della provincia dovranno decidere a chi affidare la gestione del servizio idrico per i prossimi vent’anni.
I metodi e le scelte in materia adottati finora da alcuni enti erano già stati oggetto di una severa critica da parte della Corte dei Conti regionale, che in un pronunciamento aveva giudicato illegittimo l’operato di alcuni comuni e aveva pertanto chiesto a Valmadrera, Lecco, Merate, Cernusco Lombardone e alla Provincia di considerare le criticità sollevate e proporre delle soluzioni alternative entro il 24 marzo.
Il comitato a sostegno dell’acqua pubblica accusa alcuni soggetti – il Comune di Lecco innanzitutto – di aver avuto nei confronti della Corte un atteggiamento superficiale, formulando il pronunciamento di risposta in ritardo e senza coinvolgere i Consigli Comunali. Siamo comunque arrivati, grazie alla decisione che secondo Germano Bosisio – promotore del comitato – è quanto meno “ambigua e problematica”, ad una svolta con la presentazione di due proposte per l’affidamento ventennale della gestione del sistema idrico lecchese.
“La prima, quella del Comune di Merate, che individua in modo analitico e operativo le possibili procedure per un affidamento idrico a una società partecipata di primo livello, che si occupi esclusivamente di acqua, con controllo in house, senza dubbio alcuno, con un percorso di fattibilità breve e non costoso. La seconda proposta è fatta direttamente da Lario Reti Holding (una Spa a partecipazione comunale che controlla tre società: Acel Service, Idroservice e Lario Reti Gas, ndr). Si tratta in realtà di una auto-candidatura, che non individua un percorso di affidamento, ma che sostanzialmente lo rivendica a sé”.
Oltre ad essere carente da punto di visto contenutistico, dal momento che la Lario Reti Holding non presenta un piano industriale, non indica come arriverà ai requisiti di legittimità richiesti dalla Corte e consta fondamentalmente solo della sottoscrizione dei comuni soci dell’azienda; la seconda proposta presenterebbe secondo il comitato anche dei gravissimi vizi formali e procedurali.
“Innanzitutto la L.R.H. – commenta Tiziana Rinaldi – non accetta il confronto su nessun piano: né con l’altra proposta né con la stampa o con i consigli comunali, che sono stati privati della possibilità di prendere una decisione conoscendo interamente le proposte. Inoltre, e questo è molto più grave, la partecipata avanza esplicitamente un potere di veto nei confronti di ogni proposta o candidatura che non coincida con i propri voleri. Insomma da strumento istituzionale si erge a soggetto istituzionale grazie all’intervento di un organo di incerta natura, un Ufficio d’Ambito che ha addirittura chiesto a Merate il benestare di L.R.H. per poter presentare il progetto. Siamo lontani da quello che è il normale funzionamento delle istituzioni”, è il commento finale.
“Davanti a queste storture di prassi, a questo deficit democratico, davanti all’esclusione di consigli comunali e all’esclusione del confronto con il comitato e con l’altro progetto concorrente”, il comitato a favore dell’acqua pubblica ha deciso di organizzare in cinque zone della provincia delle assemblee che possano chiarire la situazione attuale e far luce sui possibili sviluppi: il 6 maggio a Lecco, dove verranno anche interpellati i candidati sindaci in merito non solo all’affidamento, ma anche sui criteri futuri di gestione dell’acqua e delle sue tariffe; gli altri incontri si terranno invece a Merate, in Valsassina, a Valmadrera e a Olginate in date ancora da definire.
Lo scopo di questi interventi sarà quello di evidenziare le ricadute economiche per i Comuni e per i cittadini nel caso che ad avere in gestione il servizio idrico della provincia sia proprio Lario Reti Holding. La questione è centrale dal momento che con quest’anno l’aumento della bolletta per i lecchesi è stato del 206% rispetto al 2007 (il 9% sull’anno scorso) nonostante gli utili di Idroservice non siano stati indifferenti. Con queste cifre Lecco ha il triste record della tariffa più alta della Lombardia, tanto che anche l’Authority competente ha segnalato al comune che la tariffa corrente è la tariffa massima e potrebbe essere applicata una inferiore.
Manuela Valsecchi