LECCO – Il rischio concreto che in provincia di Lecco l’acqua finisca sul mercato è il prodotto di scelte politiche precise. Non è frutto del caso o colpa dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Interessa poco stabilire in questa fase se quelle scelte abbiano dato attuazione a un disegno politico (CAP Holding, Water Alliance, A2A) oppure forma a un’interminabile serie di strafalcioni. La gravità dello scenario resta comunque estrema.
Ed è proprio per ridimensionare questa gravità che i responsabili del “disastro idrico” hanno prima tentato di mantenere sotto traccia e poi cercato di alterare il significato del provvedimento con cui l’Antitrust -su segnalazione della Corte dei Conti- ha riconosciuto (a fine ottobre) l’illegittimità dell’affidamento “condizionato” alla società Lario Reti Holding (dell’agosto 2015).
Troppo difficile ammettere i propri torti e quindi riconoscere la ragionevolezza delle tesi e delle proposte del Comitato, o dei comuni di Merate e Cernusco Lombardone. Più agevole e scontato (anche se disperato) il tentativo di eludere il problema o fingere di essere tornati la scorsa settimana da una spedizione sulla Luna. Che è poi l’atteggiamento dell’assessore Antonio Rusconi di Valmadrera (“Continueremo sulla strada già tracciata”), del sindaco di Garlate Giuseppe Conti (“Al momento non ci sono altre strade alternative”), del primo cittadino di Calolziocorte Cesare Valsecchi (“Tutte le nostre decisioni sono state supportate da pareri legali favorevoli”). Per non parlare del sindaco di Lecco, Virginio Brivio, che, stordito dalla bocciatura, s’è lamentato di inesistenti (da parte del Comitato) festeggiamenti fuori luogo.
Questi esponenti politici dovrebbero argomentare il perché della pervicace insistenza sull’affidamento in house a una società priva dei requisiti, com’è Lario Reti Holding. O ancora spiegare ai propri cittadini come e perché la tariffa lecchese è la più alta della Lombardia.
Di fronte a tutto ciò non è più rinviabile una reazione da parte dei Sindaci e dei Consigli comunali del territorio fino ad oggi influenzati da rassicurazioni rivelatesi sbagliatissime. Gestiti come comparse quando si trattava di ratificare scelte già assunte e poi tenuti sostanzialmente all’oscuro per una lunga settimana della ricezione del provvedimento Antitrust.
A loro -come abbiamo già avuto modo di sostenere nella lettera aperta dello scorso agosto in cui, anticipando il provvedimento dell’AGCM, gli chiedevamo di dar retta al referendum 2011- spetta la responsabilità di invertire la rotta prima che il mercato, i privati o una holding finanziaria sprovvista del controllo analogo e con interessi in settori diversi dall’idrico (com’è LRH), abbiano il sopravvento. E la via esiste: si tratta infatti del percorso che, dopo l’annullamento della delibera di fusione di Idroservice in Lario Reti Holding (del 29 ottobre 2015, il giorno seguente l’invio del provvedimento da parte di AGCM) e i passaggi già previsti e contenuti nella proposta elaborata da Merate, porta all’azienda speciale consortile. Come, perché e a quali condizioni è la sfida che secondo noi è a portata, a patto che gli equilibri poco equilibrati che hanno determinato gli insuccessi di questi anni cedano il passo ai contenuti, alle competenze, alla buona amministrazione della cosa pubblica.
Per questo motivo mercoledì 18 novembre abbiamo invitato tutti i sindaci e la cittadinanza a ragionare insieme nel merito del provvedimento dell’Antitrust, le sue conseguenze e riprendere così la via rispettosa dell’esito referendario del 2011. L’appuntamento è a mercoledì, alle 21, presso la saletta ARCI in via Cesare Cantù a Lecco.
Comitato Lecchese Acqua Pubblica e Beni Comuni
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ESCLUSIVA/ECCO IL DOCUMENTO
CON CUI L’AUTHORITY BOCCIA
IL SERVIZIO IDRICO LECCHESE