COMITATO ACQUA PUBBLICA: ‘AUMENTI DEL 6% ALL’ANNO, MA PER I SINDACI È OK’

LECCO – “Potrebbe essere apprezzabile l’intervento del sindaco di Garlate, Giuseppe Conti, che auspica una riflessione sull’aumento del 6% delle tariffe idriche, ma il 5 giugno scorso alla Conferenza erano presenti 50 Comuni su 84, tre si sono astenuti (Monte Marenzo, Taceno e Vercurago), gli altri hanno approvato l’aumento e, tra questi, anche il Comune di Garlate”. Lo scrive il Comitato Lecchese Acqua Pubblica.

“Magari i sindaci spiegheranno che l’approvazione della tariffa compete al Consiglio Provinciale e non ai Comuni – continua il comunicato -. Vero, la legge regionale della Lombardia ha assegnato alla Provincia l’approvazione della tariffa, però previo parere obbligatorio e vincolante della Conferenza dei Comuni e, se i Comuni non avessero espresso parere favorevole a maggioranza, la provincia non avrebbe potuto aumentare le tariffe. Sono quei meccanismi, scorretti più che strani, che la maggior parte degli utenti del servizio, ossia i cittadini dei Comuni, non conoscono e che consentono ai sindaci di tartassarli attribuendo la responsabilità ad altri e a invitare ad una riflessione. Il classico ‘tirare il sasso e nascondere la mano’. Perché i 47 Comuni che hanno espresso parere favorevole, quindi approvato l’aumento, la riflessione non l’hanno fatta prima e non auspicata un mese e mezzo dopo?”

“L’auspicata riflessione si potrà fare tra sette anni, perché i Comuni hanno approvato l’aumento del 6% per il 2024, 2025 e 2026 e il 5% per il 2027, 2028 e 2029, un aumento nei sei anni del 37,9% – prosegue il Comitato -. Forse la riflessione è meglio che la facciamo noi, utenti e cittadini. Nel merito concordiamo, parzialmente, sulla proposta di vendere parte delle azioni di ACinque. Noi abbiamo a più riprese proposto la vendita di tutte le azioni di ACinque perché non rientra nelle funzioni dei Comuni la gestione finanziaria che ha una natura prettamente privata, è stato il motivo per cui, affiancando altre associazioni, comitati e cittadini, ci siamo opposti alla cessione di Acel Service e Acel reti”.

“I nostri motivi di critica non erano, però, solo di principio, pur importanti, che aiutano a capire a che cosa serve il Comune. Erano e sono anche pratici. Nei sei anni, 2024-2029, gli investimenti previsti ammontano a 166 milioni di euro di cui 31,5 milioni coperti da contributi a fondo perduto, e la parte residua pagata dalle bollette. Se le azioni venissero tutte vendute, in bilancio di LRH 116 milioni di euro, le tariffe potrebbero diminuire invece di aumentare e, eliminando costi che non sono costi del servizio, potrebbero ridursi del 25/30%. Non è possibile ignorare e non stigmatizzare l’assenza di 34 Comuni alla Conferenza che ha approvato l’aumento. 76.438 cittadini, oltre un quinto dei lecchesi non sono stati rappresentati. È corretto?” si chiede il Comitato Lecchese.

“Fare il sindaco non è un obbligo, è un impegno civico volontariamente assunto, ma non onorato assentandosi quando gli argomenti sono importanti come lo è il servizio idrico, forse il servizio più importante, con la gestione dei rifiuti; nemmeno, però, si può partecipare in modo acritico, se il Piano Economico Finanziario sottoposto al parere/approvazione fosse stato analizzato e studiato, probabilmente, i cittadini non sarebbero stati vessati con l’aumento della tariffa che si aggiunge a tutto quello che i servizi pubblici hanno provocato negli ultimi anni”, conclude il Comitato Lecchese Acqua Pubblica.