CIRCO CALCIO LECCO: DI NUNNO DÀ IL PEGGIO E L’ITALIA RIDE. ORA LA SQUADRA NON DEVE “SBRAGARE”

LECCO – Questa volta si è toccato veramente il fondo; e non solo per l’ennesima sconfitta rimediata, 0-1 nello scontro interno con il Palermo. Il peggio è andato in scena nel pre gara quando stizzito dalla proteste dei tifosi il patron Paolo Leonardo Di Nunno sul terrazzino da cui si è visto la partita, microfono in pugno, ha dichiarato guerra al popolo bluceleste, narrando come grazie a lui si sia tornati a certi livelli, e come ora il Lecco sia destinato a una Terza Categoria. Il peggio del peggio, e il rapporto non sempre stabile tra presidente e tifoseria si è rotto per sempre.

A questo punto diventa difficile pensare a un Di Nunno ancora alla guida del club nella stagione a venire. Una sceneggiata di cui francamente non si avvertiva la necessità, anche e soprattutto dopo l’episodio del cambio in panchina annunciato e poi cancellato nel giro di 24 ore e l’epilogo delle dimissioni del Ds Domenico Fracchiolla, oltre allo scherzetto da carnevale in cui è caduto il mister della promozione Luciano Foschi, richiamato in città e poi rimasto con un pugno di mosche in mano, roba di cui ha riso e continua a ridere l’Italia intera.

Mancano ancora nove partite al traguardo, i playout si allontanano a -8 dalla Ternana e la salvezza diventa una chimera insomma, Lecco in C con un piede e mezzo. L’obiettivo ora è quello di non sbragare da qui al termine del campionato, un torneo costellato da delusioni cocenti, sul campo (ben 18 la gare perse) nove nelle ultime dieci, ma non solo come sappiamo.

Intanto domenica il Lecco è atteso alla trasferta di Ascoli, formazione con cui perse al Rigamonti-Ceppi 0-2, marchigiani fermi a quota 28. In caso di successo i lariani si porterebbero a -4 dai rivali nella speranza che finalmente il Lecco possa far suo uno scontro diretto dopo le dèbacle con Feralpisalò due volte, lo stesso Ascoli e la Ternana, oltre ai pareggi rimediati con gli stessi umbri e con lo Spezia. In conclusione solo la matematica lascia aperta la porta della speranza, il pertugio tuttavia si fa sempre più stretto esitare oltre potrebbe diventare fatale.

Di sicuro lo scenario che si presenza dinnanzi al Lecco non è dei più rassicuranti, soprattutto in ottica futura nella speranza di evitare palcoscenici già calcati in passato – quelli del dilettantismo – perché la piazza e la tifoseria meritano ben altro. Sarebbe un peccato mortale tornare alle origini dopo aver riempito gli stadi della serie B dimostrando un attaccamento quasi maniacale verso la squadra della Città. Una cosa è certa: gli ultras al di là della categoria saranno sempre vicini alla loro squadra del cuore e di ciò bisogna rendere merito.

Alessandro Montanelli