COMO – A Villa del Grumello a Como si è tenuta la riunione del tavolo della competitività. All’ordine del giorno la presentazione del documento relativo alla riforma delle province per le aree vaste elaborato da Roberto Maroni a seguito del giro dei tavoli territoriali di confronto sul tema. Il governatore ha confermato il progetto iniziale, concordato con la Giunta, di riunire sotto un’unica area vasta Como e Varese. E la cosa non è andata per nulla giù al Partito democratico comasco che da tempo chiede di riunificare il Lario sotto un unico ente.
“La fase di ascolto fatta a Como non è servita a nulla – attacca il consigliere regionale del Pd Luca Gaffuri -. Maroni è partito con l’ipotesi di accorpare Como e Varese attraverso l’idea dei cantoni e alla fine l’ha confermata nonostante il parere contrario espresso a gran voce dai rappresentanti territoriali e di categoria che a Como indicavano come soluzione quella di riunire il il territorio lariano con Lecco. Peraltro la formulazione proposta da Maroni è pericolosamente ambigua visto che nel documento nel quale dichiara di volere riunire Como con Varese sotto il cantone dell’Insubria c’è comunque ancora un richiamo ai confini dell’Ats che però vedono Como smembrata in due, con l’Alto Lago accorpato a Sondrio e il resto della provincia di Como con Varese, e laddove si definisce il cantone della Montagna si dice che sarebbe opportuno che esso ricalchi i confini della Agenzia di Tutela della Salute che comprende la Valtellina e i comuni alto lariani e la Val d’Intelvi. Maroni se ne infischia delle istanze del comasco – conclude Gaffuri – chiediamo che tutti i consiglieri regionali eletti in provincia di Como intervengano con noi affinché si vada nella direzione indicata dal territorio”.
Unico problema: a Lecco i dem non disdegnano Como, ma preferiscono di gran lunga Monza.