CANTÙ – I festeggiamenti della comunità islamica di Cantù in barba a una diffida del sindaco Edgardo Arosio che in pratica impediva la celebrazione della Festa del Sacrificio hanno ricevuto per ora solo reazioni verbali. Nessuna reazione ufficiale quindi dalla Prefettura e dalla Procura comasca, uffici che il Comune ha promesso di interessare nella vicenda.
Limitato il numero di persone che potevano stare all’interno del noto capannone di via Milano, la cerimonia si è svolta all’esterno, alla presenza di quasi 600 famiglie musulmane. Secondo le forze dell’ordine presenti sul posto, le celebrazioni si sarebbero svolte in un clima di perfetta regolarità, almeno dal punto di vista dell’ordine pubblico. La polizia locale dovrà ora accertarsi che non siano stati commessi illeciti di natura amministrativa legati all’uso dell’immobile.
Su tutte le furie il deputato leghista Nicola Molteni che ha promesso di informare della questione il ministro Minniti definendo l’episodio “un atto gravissimo senza precedenti che certifica il loro disprezzo per le nostre leggi, il loro assiduo inganno sull’attività di preghiera svolta e la loro incapacità di convivere e integrarsi con la comunità che li ospita”. Al leghista ha risposto il segretario Democratico Filippo Di Gregorio: “Al governo cittadino ci sono degli incendiari che intendono dettare loro le regole della convivenza e che utilizzano a proprio scopo politico le istituzioni cittadine. Non sappiamo più quale sia il vero estremismo, a questo punto”.