CANTIERE IMPREVISTO A GARLATE,
IL SINDACO CONTROLLA E SCOPRE
CHE SI FA SPAZIO AI MIGRANTI

giuseppe conti garlateGARLATE – Lavori non autorizzati in un edificio di Garlate, il sindaco Giuseppe Conti dispone un sopralluogo e scopre che il tutto è finalizzato all’arrivo di alcuni richiedenti asilo.

È su tutte le furie il primo cittadino garlatese, deluso da chi si professa “amico dei Comuni” e invece agisce nell’ombra e al limite della legalità.

“Ormai si sa che in questi casi nessuno avvisa mai i sindaci – commenta Conti – ed è chiaro che per cooperative varie e Prefettura l’importante è scaricare ai Comuni un pezzo, piccolo o grande del problema. Ma come possono poi, una cooperativa che risponde ad un bando pubblico e la Prefettura, non chiedere a chi mette a disposizione gli alloggi, non accertarsi prima che tutto sia autorizzato e che si operi secondo le norme di legge? Come si può fondare un’azione di chi rappresenta lo stato su azioni non conformi alla normativa? Come si può non pretendere la legalità? Senza chiarezza, coinvolgimento della comunità locale e legalità non si va da nessuna parte“.

Ecco la lettera del sindaco Giuseppe Conti:

Ieri ho emesso un’ordinanza di sospensione lavori relativo ad un cantiere non autorizzato a Garlate. Erano stati segnalati lavori di sistemazione e il Comune, nell’ambito della normale attività di prevenzione e controllo, ha fatto un primo sopralluogo lunedì, seguito da un altro proprio ieri da parte dell’ufficio tecnico e della polizia locale. Nell’ambito di quest’ultimo sopralluogo il proprietario ha dichiarato a verbale, sottoscritto dallo stesso, che i lavori non autorizzati erano finalizzati all’arrivo di migranti sulla base di un contratto di affitto sottoscritto con una cooperativa e di indicazioni della Prefettura.
E’ in questo modo che il Sindaco di Garlate ha appreso che il suo Comune avrebbe dovuto ospitare una comunità di extracomunitari con tutti i problemi conseguenti per il Comune e per la sua comunità, ed è il modo più sbagliato che si possa pensare, e per più motivi:
– come ormai si sa, in questi casi nessuno avvisa mai i Sindaci e la loro popolazione, che si ritrovano a gestire da un momento all’altro, senza spiegazioni e senza giustificazioni, una situazione che, soprattutto per il modo con cui è compiuta, crea allarme, apprensione e tensione sociale. Il contesto nel quale si pensava di collocarli a Garlate è fra l’altro quanto di più sbagliato si possa pensare: isolato, con viabilità difficoltosa, senza mezzi pubblici vicini, con un tasso di immigrazione già alto, senza servizi.
Ma è chiaro che a nessuno delle cooperative varie e della Prefettura interessa valutare questa situazione che può minare il comune sentire in termini di sicurezza: l’importante è scaricare ai Comuni un pezzo, piccolo o grande del problema, e chi si è visto si è visto…poi non sono più affari loro. Preferiscono nascondersi piuttosto che la chiarezza e l’assunzione di responsabilità, preferiscono il fatto compiuto o l’azione di forza.
– Come possono poi, una cooperativa che risponde ad un bando pubblico e la Prefettura, non chiedere a chi mette a disposizione gli alloggi, non accertarsi prima che tutto sia autorizzato e che si operi secondo le norme di legge? Come si può fondare un’azione di chi rappresenta lo stato su azioni non conformi alla normativa? Come si può non pretendere la legalità? Si giunge a tentare di tener nascosta la situazione fino al punto di non curarsi delle autorizzazioni indispensabili, per ottenere le quali è necessario comprovare le condizioni di sicurezza, di salubrità e di completa legalità degli alloggi da utilizzare?
La risposta è spontanea: se si fanno le pratiche in Comune si sa…e invece non si ritiene necessario far sapere. L’edificio in questione ricade fra l’altro in area sottoposta a vincolo paesaggistico.

Questo Sindaco non ha nessuna intenzione di farsi prendere in giro, difenderà la sua comunità e farà rispettare la legge e la legalità fino in fondo. Rimane la grande amarezza di vedersi trattato da chi si professa a parole “amico dei Comuni” come un inutile burocrate.

Giuseppe Conti