CALOLZIO: INAUGURATA
“LA CASA DELLE DONNE”.
IN MOSTRA FINO A SABATO

CASA DONNE1CALOLZIOCORTE – Il gennaio calolziese si chiude all’insegna dell’arte al femminile. Nel pomeriggio di sabato 31 gennaio, nella centralissima piazza Vittorio Veneto, proprio davanti al palazzo comunale, l’artista terapista Giulia Beccalli ha presentato la sua opera condivisa Pelle Migrante, La Casa delle Donne.

Alla presenza del vice-sindaco Massimo Tavola e degli assessori Eleonora Rota, Wilna De’ Flumeri e Luca Valsecchi e di un folto gruppo di calolziesi riunitisi per l’evento, la giovane ha raccontato come l’opera costituisca il progetto conclusivo di una serie di laboratori artistici realizzati in vari contesti: una grande casa d’accoglienza milanese, una baraccopoli del Kenya, un reparto di psichiatria in Senegal e, dulcis in fundo, la biblioteca civica Caterina Cittadini di Calolziocorte.

In quest’ultima fase del progetto Giulia Beccalli ha coinvolto un gruppo di donne del territorio con cui ha lavorato stoffe tinte con colorazione naturale, trasformate in pagine su cui ogni partecipante ha potuto ricamare il racconto della propria esperienza. La Casa delle Donne è, difatti, una casa in legno le cui pareti sono state realizzate con le stoffe protagoniste del laboratorio, su cui si leggono parole intense e significative, la traccia di ogni partecipante.

casa donne beccalliLa parola, infatti, è stata una delle dimensioni lungo cui l’artista terapista ha voluto costruire il suo percorso con queste donne. Ad ogni appuntamento il fare artistico è stato affiancato dalla lettura condivisa di vari testi che hanno tramutato la tradizione del cucito in un momento di condivisione e di riflessione simbolica.

La Beccalli ha però voluto ribadire come il partire dal ruolo tradizionale e manuale del cucire sia stato fondamentale per sviluppare questo tipo di cammino, volto anche a valorizzare gli aspetti comunicativi insiti nell’oggetto tessuto, rivestimento che ci rappresenta e ci identifica, così come la nostra pelle. Difficile poi non cogliere come la storia del tessuto si colleghi inevitabilmente al mondo al femminile: il cucire è, sempre secondo la giovane, il “fare della donna”.

Sebbene il cammino espressivo della Beccalli abbia avuto origini lontane, l’artista ha ricordato come il ritornare nel suo paese di origine per portarlo a termine sia stato più che fondamentale. L’attività del cucire è stata per lei, come per le donne coinvolte nel laboratorio, un’abilità appresa in ambito familiare e perciò era necessario riportare la propria esperienza all’interno della comunità calolziese.

casa donne2Giulia Beccalli ha poi voluto ringraziare i volontari dell’associazione ACT di Calolziocorte, l’amministrazione comunale, che ha messo a disposizione gli spazi necessari alla realizzazione del progetto, e tutto il personale della biblioteca Cittadini, nonché le sue compagne “di viaggio”.

L’assessore alla cultura e alla biblioteca Luca Valsecchi ha sottolineato come da quest’opera Calolziocorte riceva molto più di quanto offerto, mentre il vice-sindaco Massimo Tavola ha espresso l’orgoglio e la soddisfazione dell’amministrazione comunale per come la creatività della Beccalli restituisca alla comunità di Calolziocorte un’esperienza ed un’opera di profondo valore

La Casa delle Donne, rivestita della sua pelle migrante”, sarà esposta fino a sabato 7 febbraio, dopodiché dovrebbe incarnare il suo status di migrante trovando spazio in punti diversi del comune di Calolziocorte. Un ultimo cammino che aspira ad un’esperienza di condivisione con tutta la comunità.

Paolo Saporito