CALOLZIOCORTE – Il sindaco Cesare Valsecchi ha aperto le porte del suo ufficio, stamane, per spiegare, insieme al comandante della Polizia Locale Andrea Gavazzi, i recenti provvedimenti adottati dalla municipale, che hanno avuto una eco non sempre chiara su alcuni organi di stampa.
“Ho voluto questo incontro per chiarire le polemiche pretestuose sorte negli ultimi tempi e che hanno criticato la gestione della Polizia Locale. Ci tengo anzitutto a sottolineare che l’attività della Locale non c’entra con l’attività politica: essa è infatti stessa della vecchia amministrazione. Alla base della polemica c’è sicuramente l’errata percezione dei cittadini riguardo gli agenti, accusati di scarsa tollerabilità”.
Il sindaco ha infatti spiegato che gli agenti sono tenuti a segnalare anche solo se vi è ipotesi di reato penale, inoltrando una informativa alla procura della Repubblica: il rischio, in caso di mancata segnalazione, è infatti quello che gli agenti cadano a loro volta nel penale.
Altro argomento clou della conferenza è stato il tema, ormai ricorrente, del presunto accanimento contro i commercianti: “Vi posso garantire che non c’è alcun accanimento contro di loro; anche qui, il rischio di fraintendimento è alto: richiedere un controllo capillare e fare delle ipotesi preventive potrebbe infatti essere visto come un ‘fare muro’ dell’amministrazione. Quello che non passa è invece tutto ciò è una giusta pretesa di organizzazione precisa, affinché eventi come la Notte Bianca vengano bene; sono ‘perdite di tempo’ che giovano all’iniziativa”, ha continuato poi il primo cittadino.
La parola è passata poi al comandante Andrea Gavazzi, che ha anzitutto spiegato come l’organico della locale di Calolzio sia a corto di personale: da 14 agenti che dovrebbero essere, infatti, ne sono attivi solo 5: “Dobbiamo fare delle scelte, vedere dove intervenire e cosa controllare, perché purtroppo coprire tutto è impossibile, tenendo presente, poi, che gli agenti, lavorando di domenica hanno bisogno di un riposo compensativo ed rischio è quello di non avere personale per fare servizio di pattuglia. Non possiamo utilizzare i fini politici per attaccare opere amministrative perché non è corretto e lede chi lavora e si impegna, a prescindere dall’amministrazione”.
“Certo, per noi sarebbe più semplice essere più tolleranti: ci eviterebbe problemi, ma ritengo che si debba essere onesti, e applicare la legge in ogni caso, in modo uguale per tutti. Abbiamo avuto anche attacchi riguardo i procedimenti amministrativi, che prescindono dalla compagine politica. Quando viene fatta domanda per un’autorizzazione o per una licenza non c’è discrezionalità, anche se da quello che è emerso ultimamente i calolziesi ritengono che la Polizia Locale faccia ‘preferenze'”, ha continuato il comandante.
È stata poi chiarita la posizione della Locale nei confronti dei commercianti: sono stati fatti solo 10 sopralluoghi, di cui 5 su segnalazione (modalità alquanto ricorrente per “dare il la” all’intervento degli agenti), a esercizi commerciali in sede fissa, una cifra davvero irrisoria: “Questo non perché non abbiamo voglia di lavorare o perché non vogliamo avere problemi coi commercianti, ma perché abbiamo preferito perseguire altri fini, come sequestrare le auto senza assicurazione, pericolose a livello di sicurezza stradale. Se la Polizia Locale avesse voluto davvero infastidire i commercianti, la prima cosa legittima sarebbe stata proprio fare dei sopralluoghi: anzi, ammetto che mi è dispiaciuto molto fare sanzioni agli esercenti, perché capisco che anche per loro le normative sono tutt’altro che semplici”, ha spiegato Gavazzi.
Gli attacchi hanno riguardato anche la questione delle luminarie, sulla quale sono circolate voci non rispondenti alla realtà. Da quello che si legge, infatti, sembrerebbe che la Locale avesse deliberatamente scelto di punire la persona ha installato e smontato le luminarie: “Per appendere le decorazioni – ha chiarito Gavazzi insieme al collega agente Tocchetto – bisogna presentare una carta con cui richiedere la licenza di sicurezza, dove vengono indicate tutte le vie in cui ci saranno le luminarie; segue poi una domanda per far venire il camion per levarle. Un cittadino è venuto da noi a chiedere quando sarebbero state levate le luminarie e così l’agente Tocchetto ha verificato, chiamando la ditta, che non risultava esserci alcuna domanda per venire a disinstallare le luminarie. La licenza, inoltre, era sbagliata perché non erano comprese tutte le vie: è per questo abbiamo dovuto sanzionare l’installatore. Siamo stati perciò accusati di essere troppo fiscali, quando invece noi abbiamo cercato di dare una mano affinché tutto seguisse un iter corretto”.
Il messaggio, sbagliato, che è passato è stato un totale rovesciamento dell’informazione: quello che è stato detto è che, per eccesso di fiscalità dei vigili, la persona rischiava fino a tre anni di carcere: “Forse è stata la terminologia a creare il fraintendimento: si è infatti parlato di iter penale, che è però solo un’etichetta legislativa ‘vecchia’, che comprende una pluralità di casi; la persona rischia, da codice penale, una ammenda di Massimo 103€ per aver violato la licenza di pubblica sicurezza”, ha concluso Gavazzi.
Giulia Malighetti