CALCIO. IL LECCO LASCIA MESTAMENTE LA B, ADDIO ANCHE AI DI NUNNO?

LECCO – Con i quattro gol a zero sul groppone rimediati al Tardini di Parma il Lecco retrocede aritmeticamente in serie C, e con tre giornate d’anticipo dopo una sola stagione in cadetteria.

Sul match nulla da dire; il punteggio evidenza chiaramente la differenza tra le due squadre in campo, un testa-coda dal risultato scontato, inevitabilmente verificatosi anche sul rettangolo verde. Peccato, l’avventura in B termina con la classica toccata e fuga, dispiace aver rotto subito un giocattolo che a Lecco, intesa anche come città, mancava da ben 50 lunghe stagioni. Un anno quello attuale nato male e terminato peggio, le peripezie sull’incertezza in quale categoria si avrebbe dovuto giocare, le annesse difficoltà nel costruire una squadra all’altezza perché stoppati sul calcio mercato. I continui cambi di allenatore, una rosa rivoltata come un calzino nel mercato di gennaio portando a casa gente dai trascorsi importanti ma mezzi infortunati e che non vedevano il campo da tempi memorabili. Atleti in realtà utili solo come figurine da piazzare là in bella mostra ma dall’efficienza davvero limitata hanno contribuito a rendere amaro un campionato avaro di soddisfazioni per il popolo bluceleste.

Mancano ancora 270’ al termine delle ostilità e serve chiudere l’esperienza in maniera edificante, tuttavia sarebbe ancor più utile programmare tempestivamente il futuro, iniziando a fare chiarezza in primis a livello societario. Insomma, meglio non perdere tempo prezioso. Il quesito è univoco: resterà oppure no patron Paolo Leonardo Di Nunno?

Sono in corso delle trattative con un gruppo texano, altre situazioni potrebbero svelarsi all’orizzonte, l’importante è che non si ripetano i lunghi e stucchevoli teatrini del passato. Serve chiarezza immediata. Inutile girarci intorno: Lecco, nella circostanza in cui non avesse acquirenti e di Nunno lasciasse comunque la città manzoniana, rischierebbe seriamente per tornare nella gogna del dilettantismo. Uno scenario già vissuto e chiaramente nessuno si augura di rivivere, purtroppo siamo attesi ancora una volta da una estate calda e non ci riferiamo alle condizioni climatiche, nella speranza che le cose vengano sistemate in maniera adeguata.

Di sicuro essere scesi di categoria è un smacco pure a livello mediatico, tra una moltitudine di perdenti gli unici a vincere sono indiscutibilmente i tifosi. Sempre vicini alla squadra non hanno mai lesinato il loro attaccamento ai colori sociali, in casa ma anche in trasferta, almeno loro il campionato lo hanno vinto. In serie C sarà quasi impossibile rivedere un Rigamonti-Ceppi al limite della capienza, anche se l’attaccamento alla maglia dei ragazzi della curva nord non sarà mai in difetto.

Ora appuntamento fissato per mercoledì 1 maggio, data in cui si ricorda la festa dei lavoratori, in casa al cospetto della Sampdoria di Andrea Pirlo che nello scorso turno ha impattato a Genova 1-1 con il Como.

Alessandro Montanelli