BRIVIO E LA GIUNTA: NIENTE DIMISSIONI, ECCO UN INVENTARIO DI AZIONI CONTRO LA CRIMINALITA’

brivio virginio fascia sindacoLECCO – Ad andarsene finora solo un consigliere che da tempo ha preso le distanze da questa maggioranza: Sandro Magni. Virginio Brivio e la sua Giunta invece, presentatisi davanti alla stampa da pochi minuti non ci pensano, anzi passano al contrattacco, distribuendo tra i presenti un listato con tutte le azioni attuate da questa amministrazione a favore della legalità dal 2010 ad adesso.

“Non ho arretrato di un passo nella lotta contro l’illegalità e il nostro impegno continua” ha appena affermato il primo cittadino.

Poi promette querele contro i giornali che avrebbero ventilato una sua collateralità con gli arrestati, raccogliendo gli applausi dei presenti per un minuto.

Tra il pubblico della conferenza stampa  l'ex senatrice Lucia Codurelli
Tra il pubblico della conferenza stampa l’ex senatrice Lucia Codurelli

L’incontro era stato indetto da Brivio per spiegare pubblicamente la sua posizione dopo le rivelazioni di stampa a proposito di intercettazioni telefoniche, anche nei suoi confronti, durante l’inchiesta “Metastasi“. Il primo cittadino si è già difeso in un’intervista “immediata” su LeccoNews.LC ieri sera e in una lunga chiacchierata con Qui Lecco Libera, on line da stamattina.

“La Giunta è compatta – afferma il primo cittadino -, noi ci mettiamo la faccia e andiamo avanti. Ci sono state troppe ricostruzioni fantasiose, non tollero che ci sia altro stillicidio”. Su Palermo Brivio interviene spiegando che “era segretario dell’Udeur, un  partito alleato, per questo è stato candidato come indipendentemente nella lista, ma fino a all’altro ieri non sapevamo delle sue relazioni con esponenti di mafia. Inoltre non era mai stato in un’amministrazione”.

Il sindaco non ha mai pensato alle dimissioni. “Prendo atto della scelta di Magni, ma io non ci ho mai pensato. Le dimissioni sono un atto di debolezza in questo caso”. Sulla questione del lido di Parè Brivio sostiene di “aver aiutato un’amico, magari ingenuamente, addirittura ricevendo il signor Redaelli negli uffici lecchesi”.