LECCO – Il velo indossato dall’assessore alla Cultura Simona Piazza alla festa di fine Ramadan al centro Assalam di Lecco non è passato inosservato. E infatti Paolo Arrigoni, parlamentare calolziese della Lega Nord, non le ha mandate a dire. “L’assessore, insieme al consigliere comunale Antonio Pattarini, ha presenziato, su invito della comunità islamica alle celebrazioni per la fine del Ramadan. Per l’occasione l’assessore ha addirittura indossato il velo – afferma Arrigoni – È una vergogna. La nostra cultura, le nostre tradizioni e la nostra identità evidentemente non contano. Quel che conta per l’amministrazione comunale è il rispetto della cultura altrui anche se ciò significa cancellare la nostra. Gli arresti di qualche settimana fa di una coppia di presunti terroristi e quello di ieri del giovane eritreo sono segnali preoccupanti”.
Dal canto suo però Piazza rispedisce le accuse al mittente. “Ho accolto l’invito rivolto all’amministrazione comunale di Lecco da parte del Centro Islamico Assalam di corso Bergamo a prendere parte al momento di festa conclusivo del mese di Ramadan – spiega l’amministratrice – Non è la prima volta che i rappresentanti dell’istituzione laica e democratica che è a governo della res pubblica cittadina accolgono inviti alla partecipazione a funzioni e cerimonie religiose: è importante, infatti, per un’amministrazione comunale, dialogare costantemente con tutti i cittadini, a prescindere dal loro credo religioso e dalla loro appartenenza politica”.
Per questo l’assessore ha scelto di prendere parte alle iniziative organizzate dai cittadini. “Se una comunità è armonica, ha un senso di appartenenza e una percezione di sé positiva, sa di cosa è capace e riesce ad assorbire meglio il disagio: come ha ricordato il parroco di Maggianico e Chiuso don Adriano Bertocchi, c’è un significato comune che lega il mese del Ramadan al Giubileo: il sentimento di misericordia, che è in grado di combattere violenza ed intolleranza. Quelle stesse misericordia, tolleranza, rispetto e buon senso che ci impongono di entrare a capo coperto in moschea o nei luoghi adibiti a preghiera per i musulmani come con un abbigliamento decoroso in chiesa. Perché questo è il punto: il velo non è stato indossato per accedere al centro culturale ma alla sala adibita alla preghiera. L’atto di indossare un velo non è un gesto per coprire, nascondere o rinnegare la propria cultura, è al contrario un gesto di rispetto di cui è capace solo chi conosce la propria identità, le proprie tradizioni culturali e religiose ed è perciò pronto al confronto e al dialogo con l’altro”.