“ASSE ROSSO-BRUNO” PER FASOLI NELLA CMLO. MA RUSCONI HA I NUMERI E VA

LECCO – In Comunità montana Lario orientale prova ad andare in onda il matrimonio “contro natura” tra FDI e PD.

In origine erano tutti lì a chiedergli di farlo. Antonio Rusconi da Valmadrera, un sempreverde della politica locale, riceveva da tutti l’invito a ricoprire il ruolo di nuovo presidente della Comunità montana Lario Orientale, nonostante non fosse più sindaco di Valmadrera ma vantando un curriculum amministrativo di tutto rispetto per un Ente che non ha brillato in questi anni a trazione piddina.

Una richiesta “coram populo”, proveniente inizialmente da tutto l’arco costituzionale: da Zamperini a Passoni, passando per l’approvazione del sindaco di Lecco Mauro Gattinoni che in CM vuole mettere il becco per l’annosa questione Piani Resinelli, arrivando a un nutrito numero di primi cittadini di centrodestra. Una richiesta alla quale Antonio dopo le iniziali resistenze che fanno un po’ parte del suo carattere, avrebbe acconsentito – visto il sostegno di tutti gli amministratori dell’assemblea con l’unica richiesta di chiudere il pacchetto dopo le provinciali per non “disturbare” il voto del consiglio.

Le elezioni a Villa Locatelli hanno dato un esito che ha smentito i bookmaker della vigilia, confermando i 6 consiglieri di centrodestra che assicurano alla Hofmann una maggioranza tecnicamente omogena, ma che nella realtà appare già fin ora claudicante a causa della spasmodica ricerca di visibilità di Fratelli d’Italia, che pur di occupare spazio e ruoli è pronta a fare patti con chiunque. Persino con il PD che in Provincia siede all’opposizione.

La prova generale di quanto stiamo affermando sta per avvenire nella Comunità montana Lario Orientale e Valle San Martino a danno proprio dell’ex senatore: un bello sgambetto effettuato da Riccardo Fasoli, che ne fu un po’ figlioccio politico quando frequentava le liste Moratti.

Riccardo, dopo aver cercato di ricoprire in ordine:
-la presidenza della Provincia a scapito della Hofmann
-la presidenza del Cda dell’Ato a scapito di Bonaiti
-la presidenza del Consiglio di indirizzo di Lario reti a scapito di Marta Comi
-la presidenza dell’assemblea dell’Ato a scapito di Aldo Riva prima e di Mauro Artusi poi
vorrebbe ora tentare la tombola della Comunità Montana, forte del suo nuovo palafreniere Giacomo Zamperini, in quota Fdi ma con tutti i voti del PD.

Infatti, sulla figura di Fasoli sarebbe in atto un cortocircuito tra i Democratici: se a Mandello sotto l’abile regia di Riccardo Mariani gli eredi del PCI si collocano in opposizione a Fasoli e a Valmadrera governano con Rusconi, in Comunità Montana lo stesso PD, per volontà di Gianmario Fragomeli, si collocherebbe a sostegno del sindaco di Mandello portando tutti i voti necessari alla bisogna e accontentandosi di qualche briciola. Un sostegno non troppo mascherato insomma, ma determinante per permettere a FDI di emergere alla guida di un ente che conta, ribaltando quella tanta decantata unità del centrodestra che ha permesso non più tardi di qualche settimana fa di vincere in Provincia.

Un radicale cambio di scenario che vede in sala macchine il trio Gattinoni/Zamperini/Fragomeli, l’alleanza d’acciaio in vista delle comunali di Lecco 2026 che trova, dopo il caso LineeLecco, un’ulteriore conferma sul campo.

Ovviamente la cosa è destinata a trovare molti inciampi sulla strada, a partire dallo scompiglio generato tra i sindaci PD totalmente ignari dell’accordo e tra i tanti borgomastri di centrodestra che non capiscono come si possa preferire un’alleanza con il PD a un accordo con i civici rusconiani – che anche verso la Hofmann hanno sempre dimostrato un atteggiamento più pragmatico e costruttivo.

Chi vivrà vedrà, e certamente il senatore Antonio non mollerà facilmente la presa, inossidabile tessitore di sempre. Così come Fasoli farà di tutto per spuntare almeno questa: prova ne siano gli sms che stanno facendo girare dove si annuncia l’asse rosso/bruno e già si assegnano i posti in giunta.

L’unica riflessione che rimane da fare è questa: se la composizione della Cm Lario orientale fosse stata lasciata in mano ai sindaci, come era partita, la faccenda sarebbe già stata risolta senza strappi. Quando scendono in campo i partiti a voler comandare sui sindaci e impartire i propri ordini… il pasticcio è bello che servito.

ElleCiEnne