LECCO – “Una grande e concreta occasione di democrazia partecipativa per la pianificazione condivisa di uno sviluppo territoriale virtuoso e ecocompatibile”. Questo il significato della proposta lanciata dai promotori del riutilizzo virtuoso dell’area della ex Leuci. Capitanati dallo storico Germano Bosisio sono una trentina i sottoscrittori dell’appello volto a tenere alta l’attenzione su questa area centrale per la città, consapevoli che “attorno ad essa si può e si debba giocare una partita importante. Grazie alla lotta dei lavoratori abbiamo già ottenuto che la destinazione dell’area restasse produttiva, adesso però tocca alle istituzioni e ai poteri della cosiddetta grande Lecco farsene carico, sono 20mila metri quadrati di superficie che non possono essere ignorati”.
Genti in Viaggio, Art Station#1Lecco, Movimento Consumatori, Femca Cisl Lecco – MonzaBrianza, L’Unione sindacale di base, il Movimento 5 Stelle, la Federazione provinciale Prc Lecco, Casa delle Sinistre Valle San Martino, Arci Lecco, Associazione Crams, Ambasciata Terzo Paradiso dei Laghi del Barro, Sinistra e Lavoro Lecco, L’altra Via, L’Associazione Università del Monte di Brianza, il gruppo Ex studenti delle scuole superiori lecchesi, il gruppo Studenti del Politecnico di Milano – Polo di Lecco, il gruppo Ambiente e partecipazione di Oggiono, La Ferriera, Il Gabbiano, il Coordinamento lecchese democrazia costituzionale la Rete consiglieri informati, il Comitato Lecchese acqua Pubblica e Beni Comuni, il Circolo Legambiente Lecco, il Servizio Cesea Lecco, gli Ex lavoratori/trici Leuci, l’Anpi e il Coordinamento lecchese rifiuti zero.
Tutti queste realtà chiedono che il tema venga affrontato in un confronto pubblico che veda coinvolti soggetti istituzionali, privati e semplici cittadini nel quale emergano delle proposte sul futuro dell’area e sul futuro degli oltre 500mila metri quadrati di aree dimesse di una città che deve porsi il problema di una tradizione industriale che non c’è più: “Lecco non può ignorare il fatto di avere un settore terziario che non è mai decollato e un’industria che non c’è più” sottolinea Massimo Ferni, segretario della Femca Cisl Lecco – MonzaBrianza.
E poi come ricorda Massimo Riva c’è il problema dell’amianto: nella ex fabbrica ci sono infatti due coperture in amianto, entrambe danneggiate per più del dieci per cento e la proprietà avrebbe negato all’Ats anche il secondo sopralluogo nell’area. “Bisogna richiamare la politica locale alle proprie responsabilità – insiste il grillino – in primo luogo per quanto riguarda la salute e la sicurezza pubblica. Inoltre bisogna riflettere sul futuro, abbiamo già visto in città che l’equazione di riconvertire le aree produttive in aree per la speculazione edilizia si è rivelata fallimentare”.
“Noi poniamo ‘dal basso’ questa sfida all’attenzione di tutti. Ad ognuno sentirsi responsabile del suo positivo o negativo esito. Comunque nessuno potrà dire di non sapere o di lamentarsi se le scelte poi sono determinate solo dal mercato e da una ristretta cerchia di decisori: noi vogliamo una riconversione virtuosa che sappia nel contempo anche indicare una delle direzioni praticabili per una rinnovata vocazione socio-economica del territorio, con la possibilità di concreti e qualificati risvolti occupazionali e sociali. Un’area che da problema (degrado e amianto), potrebbe e dovrebbe ritornare ad essere una risorsa e un patrimonio per l’intera collettività, se ci fosse la volontà di tutte le forze territoriali trainate dalla componente pubblica”.
Questo l’accorato appello della “cittadinanza attiva lecchese”, per interagire con i promotori dell’utilizzo virtuoso della ex Leuci è possibili scrivere a tutti questi indirizzi:
Germano: bosisio.family@libero.it
Maurizio: nagual_5@libero.it
Angelo: angelriva@yahoo.com
Simone: simonebertolino09@gmail.com
Veronica: veronica.cardullo@gmail.com
Manuela Valsecchi