LECCO – Riceviamo e pubblichiamo una riflessione delle assessore di Lecco Simona Piazza (Cultura) e Gaia Bolognini (Urbanistica) a proposito della tragedia sulla SS36 a Annone Brianza.
“All’uomo, nella sua fragile barchetta, è dato il remo in mano proprio perché segua non il capriccio delle onde, ma la volontà della sua intelligenza”.
(Johann Wolfgang Goethe)
Venerdì 29 ottobre, appresa la notizia della tragedia avvenuta sulla SS36, tutti noi subito abbiamo pensato all’ultima volta in cui abbiamo percorso quella strada, a quanto il caso possa essere determinante nel definire il nostro destino o quello dei nostri cari. Immediatamente abbiamo telefonato, scritto, chiesto, cercato informazioni e notizie per accertarci che nessun nostro conoscente stesse in quel momento percorrendo quel tragitto, sperando che le dimensioni dell’accaduto fossero contenute. Già durante le fasi concitate dei soccorsi, abbiamo assistito, con rammarico e sgomento, allo sviluppo del vortice di polemiche, a chi accusava e a chi si difendeva, ai rimpalli di responsabilità.
Ma chi si è preoccupato della paura, della sofferenza delle vittime e delle loro famiglie? Chi ha pensato a preservare quel luogo privato e intimo del dolore invece di violarlo con un’invasione di post su Facebook, di scariche di rabbia, insulti e addirittura video che hanno mandato letteralmente in scena gli ultimi istanti di vita di un uomo fino alla sua morte. Vorremmo oggi chiedere rispetto nei confronti di chi è rimasto coinvolto nei fatti e quindi chiediamo silenzio.
Sappiamo che chi ha il compito di accertare le cause, ricostruire le dinamiche dei fatti e individuare le responsabilità, e non le presunte colpe, sta già lavorando per fare chiarezza su questo tragico evento. Ma siamo consapevoli che anche quando avremo un quadro chiaro a nulla potranno valere le polemiche, se non a costruire una comunità rancorosa generatrice solo di sospetto, paura e rabbia e isolamento sociale.
In questi ultimi anni, purtroppo, per il nostro Paese, tragedie come queste o come anche il recente terremoto non sono troppo infrequenti. Importante è, in momenti come questo, che cittadini e istituzioni, ognuno per il proprio ruolo, trasformino la propria rabbia, la propria delusione e il proprio senso di impotenza in energia positiva per fare fronte comune contro le emergenze di oggi e i possibili problemi di domani, per creare davvero quella comunità coesa e solidale di cui troppo spesso si parla solo a braccia conserte.
Abbiamo perso il senso e il valore della responsabilità collettiva, di quella responsabilità che ci chiama a essere cittadini attivi che concorrono alla costruzione e al benessere di una collettività, siamo al contrario tristemente sempre più pronti invece a puntare il dito contro tutto e tutti. Allora seppur nella loro drammaticità questi sono i momenti utili per dimostrare che se i rematori procedono tutti nella stessa direzione, come fossero un sol uomo, difficilmente la nave, seppur vecchia e ammaccata, precipiterà nelle onde impetuose di una tempesta che diventa incontrollabile.
Questi sono i momenti utili per interrogarci su ciò che ciascuno di noi può fare, per il proprio ruolo e per le proprie competenze, insieme agli altri, affinché mai più accadano fatti di tale gravità”.
Simona Piazza
Gaia Bolognini