Fa specie che il Sindaco Gattinoni, la sua compagine di Centrosinistra e i “Civici per la Provincia” siano divisi su tutto, tranne che quando si parla di nomine e presunte spartizioni. Un argomento che di certo non mi appassiona, come peraltro credo non scaldi i cuori alla maggior parte delle persone, e che è da leggere non come un gioco di poltrone, o di pedine da muovere a comando, ma che riguarda la rappresentanza degli interessi e dei bisogni dei Comuni e dell’intero territorio provinciale.
Occorre però fare chiarezza dal punto di vista istituzionale su quello che è stato l’operato dell’ente Provincia per chiarire gli aspetti di una vicenda che è stata raccontata da Gattinoni in maniera parziale e non veritiera. Un comportamento che, mi spiace constatare, rappresenta essere il perfetto manuale di chi, evidentemente alla prova dei fatti, non si trova a suo agio nel fare politica per la rappresentanza del proprio territorio.
L’agenzia del TPL è un organo al quale è stata delegata una funzione, quella dei trasporti, che per sua natura è di carattere provinciale e che vede nell’organismo interprovinciale tra Lecco, Como e Varese un luogo deputato al confronto, alla risoluzione e al miglioramento del sistema dei trasporti. Se il centrosinistra con i Civici ritengono che il bilancio e l’operato dell’agenzia a oggi sia insoddisfacente, avrebbero potuto dirlo all’ex Presidente Colzani, espressione del Partito Democratico, al timone dell’Agenzia per ben due mandati.
Ritengo sia di natura quantomeno pretestuosa l’attacco rivolto ai due componenti del Cda Franco de Poi e Marisa Fondra, espressioni territoriali competenti che erano stati indicati, nel mandato appena concluso, da Claudio Usuelli e da Virginio Brivio. Un Presidente di Provincia e un Sindaco della città Capoluogo che, pur essendo di schieramenti politici e con maggioranze consiliari composite diverse, collaboravano per il bene del cosiddetto “sistema Lecco”.
Un metodo di lavoro che ho cercato di applicare anche in questo caso al di là dell’appartenenza politica, avendo a cuore esclusivamente l’aspetto territoriale. Mi sono adoperata in prima persona, con i Presidenti delle Province di Como e Varese, per far sì che su 5 componenti del Cda dell’Agenzia del TPL, oltre ai due riconfermati, il sistema Lecco potesse esprimere un ulteriore nome. Avremmo avuto così una maggioranza interamente lecchese per la prima volta nella storia dell’organismo, un fatto che sicuramente avrebbe influito e fatto il bene delle esigenze dei tanti Comuni, che spesso hanno difficoltà nel rapportarsi con un’Agenzia che raccoglie tre vaste province.
Nei giorni precedenti l’assemblea di nomina del cda la composizione proposta trovava il beneplacito anche del Sindaco di Lecco, il quale avrebbe dovuto comunicare, a causa del meccanismo di composizione della lista dei candidati, il terzo nominativo lecchese a Fiorenzo Bongiasca, Presidente della Provincia di Como.
La mattina del 20 gennaio, giorno dell’assemblea, Gattinoni comunicava al Presidente Bongiasca, senza avvisarmi, che l’accordo così come proposto, a causa di mal di pancia interni al centrosinistra, non sarebbe stato rispettato, proponendo di rinviare la nomina del cda a una data successiva alle elezioni provinciali di Varese di domenica 29 gennaio. Un fatto politicamente inopportuno e che avrebbe avuto ripercussioni sull’operatività dell’agenzia stessa che per Direttiva regionale, avrebbe dovuto vedere insediato il nuovo cda entro il 31 di gennaio.
A seguito di questo spiacevole dietrofront, il Presidente Bongiasca informandomi della decisione di Gattinoni, si è visto costretto a sostituire l’ulteriore nominativo lecchese, con uno comasco per comporre la lista da far votare ai soci in assemblea.
Solo dopo un’intera mattinata Gattinoni, smentendo sé stesso, evidentemente a seguito di conteggi sulla maggioranza assembleare, inviava tramite pec al Presidente di Como una comunicazione ahimè tardiva nella quale individuava, in linea con l’originale accordo, quale terzo componente della squadra lecchese Stefano Villa.
L’opportunità istituzionale, tanto menzionata da Gattinoni e compagni, si è rivelata essere un mero opportunismo politico di parte alla luce dei numeri che vedevano compatte le tre province in assemblea.
Un comportamento che dimostra come Gattinoni abbia più badato all’interesse di appartenenza politica, rispetto a una più ampia rappresentanza del territorio di Lecco, dettato da una poca lungimiranza e dall’assenza di capacità di tessere relazioni istituzionali al di sopra del livello comunale.
Infine, mi fa specie vedere tra i firmatari chi, in Consiglio provinciale, mi ha più volte invitato a intervenire in merito alla perdita di autorevolezza del territorio su questioni riguardanti la Camera di Commercio, l’ALER, fino ad arrivare ai Carabinieri forestali, e che, oggi, condivide un comunicato senza cogliere, o senza aver valutato e compreso, quanto fosse importante per un territorio come il nostro avere tre componenti su cinque, piuttosto che solo due in base esclusivamente e semplicemente all’appartenenza politica.
E mi chiedo, e chiedo a chi ha firmato in primis, chi non sta facendo sistema per Lecco? La Presidente della Provincia, che era riuscita ad ottenere tre membri su cinque, di cui uno era indicato dal Comune di Lecco, o Gattinoni che, per una ragione prettamente politica, ha voluto fare saltare questo accordo, per di più irritando chi era disposto a perdere il suo componente pur di favorire le sinergie interprovinciali?
Alessandra Hofmann
Presidente della Provincia di Lecco
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