LECCO – Iniziato il processo per la docente Maria Graziella Megna, professoressa di scienze umane dell’istituto Bertacchi che nell’anno scolastico 2014-2015 aveva ritoccato (al ribasso) due voti di una studentessa sul registro elettronico. La sedicenne aveva fotografato i voti sul registro e dopo circa due settimane scopre che un voto è stato abbassato. Questa modifica, con tanto di prove, fa scoppiare la polemica: i genitori esigono una riunione del Consiglio d’istituto per fare luce sulla situazione; ci sono tutti, meno la docente interessata.
Intanto il preside Raimondo Antonazzo incontra i genitori e la studentessa chiarendo la questione, ma, avvicinandosi la fine dell’anno scolastico, non ci sono i termini per far partire un’ispezione alla direzione scolastica regionale. Le sorprese però non sono finite: qualche settimana dopo, all’uscita delle pagelle, la ragazza si ritrova con un debito a settembre in una delle materia della prof. Megna, nonostante la sua media non lo consentisse. Le nuove e più insistenti proteste dei genitori sfociano nella denuncia ai danni della docente con l’accusa di falso in atto pubblico.
In aula, con a fianco della docente l’avvocato difensore Nadia Invernizzi, sono stati sentiti i testi della parte civile. Il preside del Bertacchi, Antonazzo, ha ricostruito tutta la vicenda. “In più occasioni – ha detto durante la deposizione – mi sono trovato a gestire rapporti difficili tra genitori e quella docente”. Infatti sono state inflitte tre sanzioni disciplinari all’insegnante, per sette giorni senza stipendio. La professoressa ha fatto ricorso e il giudice ha respinto l’istanza.
Altri docenti e la mamma della studentessa sono stati sentiti dal giudice Salvatore Catalano, l’accusa era condotta dal Vpo, Mattia Mascaro. Le professoresse Olga Isabella Maggioni e Marta Brivio hanno confermato “i rapporti difficili tra la docente e gli studenti”, mentre la madre ha reclamato “l’ingiustizia subita dalla figlia”. Il processo è stato aggiornato al 4 luglio e in quell’udienza toccherà alla difesa e alla docente farsi sentire.