A VALMADRERA CHIUDE
ANCHE L’ULTIMO BARBIERE. DAINOTTI VA IN PENSIONE

BARBIERE VALMA 2VALMADRERA – Non gli vogliono rilevare l’attività, nemmeno gratis. “Nessuno vuol piùfare il mio mestiere, qui”. E così l’ultimo barbiere di Valmadrera Alfonso Dainotti, 64 anni, ha deciso di appendere forbici e rasoio al chiodo per godersi la pensione.

Arrivato in via Stoppani nel luglio del lontano 1973, per oltre quattro decenni ha dunque tagliato barba e capelli a generazioni di valmadreresi. Ora Dainotti ha deciso di chiudere l’attività, a San Silvestro. “Ora che mia moglie ha raggiunto l’età della pensione, ho deciso di smettere anch’io e di godermi la vita. Abbiamo prenotato una crociera in Spagna, poi mi dedicherò alla pesca”.

Una vita lavorativa iniziata molto presto. “Già a sei anni ero capace di tagliare la barba, ho sempre lavorato molto”. Dal paese di Reitano, nel messinese, si è spostato in Lombardia: prima a Cologno Monzese poi Lecco, Foppenico e infine a Valmadrera. Una tappa fondamentale è stata a Molteno. “Lì ho imparato davvero a praticare questo mestiere – ricorda – il mio capo mi ha insegnato molto, anche se ho scoperto che lui mi rubava le mance. C’era una cassettina dove i clienti lasciavano qualcosa per me, ma lui, di nascosto, faceva sparire alcune monete. Io allora gli portavo via le frizioni. Quando lo rividi, anni dopo, glielo rinfacciai”.

Nel corso degli anni Dainotti ha seguito il cambiamento del lavoro del barbiere. “Oggi è molto diverso da cinquant’anni fa, soprattutto per quanto riguarda gli utensili che vengono impiegati, anche se tendo a lavorare col rasoio tradizionale, la barba non la taglio con le macchinette”.

Da giovedì insomma i valmadreresi che vorranno regolare la propria barba da un professionista dovranno spostarsi in un altro paese. “Ero rimasto l’ultimo, qui, che tagliava sia la barba sia i capelli; ho provato anche a offrire l’attività in regalo in cambio dell’affitto, ma nessuno ha voluto rilevarla”. Magari, ironia della sorte. il futuro del locale di via Stoppani sarà quello di servire pasti e bevande ai clienti. Un vero e proprio pub come suggerisce la scritta fuori dalla porta d’ingresso “bar” affissa su un’anta e “bier” sull’altra. “Una volta è successo un fatto davvero singolare: una signora è entrata per chiedere se poteva bere qualcosa; io non sono stato con le mani in mano e, anzi, le ho offerto un bicchiere di vino. Mi è sembrata una cosa gentile”.

Ogni tanto poi, insieme ad alcuni amici storici, nel salone si suonano la chitarra e il flauto di Pan per stare in compagnia. “Lo faremo anche l’ultimo dell’anno, per festeggiare la fine dell’attività”. E poi anche Alfonso potrà riposarsi e “appendere il rasoio al chiodo”.