LECCO – Le discussioni sul turismo a Lecco, la noia di Lecco, la pioggia di Lecco, la rivalità con Como, i problemi urbanistici di Lecco, il cinema a Lecco, il lungolago di Lecco, i Promessi Sposi, le battute sui lecchesi e, of course, il sindaco Brivio non sono mai stati così divertenti e trendy. A compiere “il miracolo” una pagina facebook – “Living in Lecco ironically レッコ市” – i cui geniali creatori e amministratori rimangono ignoti e che in poco meno di un mese ha già superato i mille like.
I meme più famosi del web vengono reinterpretati per fare satira sulla nostra città, sui suoi luoghi comuni, e sulle abitudini della sua popolazione, idea ben racchiusa nella frase: “Stolen memes for a stolen land” (nelle “informazioni” della pagina). Il nome “Living in Lecco ironically レッコ市” indica i – probabili – punti di riferimento che ispirano il progetto: da un lato la pagina Fb Living in Asia Ironically (da 200mila Mi piace e passa) e dall’altra l’estetica vaporwave, o meglio l’a e s t h e t h i c.
Ma di che si tratta? Living in Asia Ironically, si legge sul sito, “esplora ironicamente gli aspetti assurdi e strambi delle culture asiatiche dalla prospettiva di un espatriato. È satira? sono notizie reali? Trolling? Decidi tu”. Foto di pizze mangiate con le bacchette, sushi mangiato con le forchette, oggetti stravaganti, video con “odi alle anatre” e frasi ai limiti del non-sense, dall’effetto straniante [oltre a un sacco di battute e riferimenti che chi scrive non riesce a capire].
L’a e s t h e t h i c – rigorosamente scritto con gli spazi – può essere definita come la corrente artistico-visuale che si accompagna alla sottocultura e alla musica vaporwave. Una sorta di nuova pop-art caratterizzata da un tipo di immaginario e di estetica ben codificato che fonde in collage surreali e psichedelici vari elementi: caratteri giapponesi, sculture classiche, rendering a bassa risoluzione, solidi geometrici, effetti visivi ripresi da registrazioni, vhs, da cartoni animati, serie tv di culto, colori saturi, fucsia, verde-acqua e, in generale, temi nostalgici dei sistemi operativi e delle console di video game anni ’80 e soprattutto ’90.
Tutti elementi ben presenti nei post della pagina, ovviamente in salsa lecchese. A partire dalla foto di profilo: una riedizione, con la faccia di Brivio e la tipica immagine da cartolina di Lecco, della copertina dell’album Floral Shoppe (2012) dell’artista vaporwave Macintosh Plus, che non a caso contiene il singolo “リサフランク420 / 現代のコンピュー”, prima canzone e video associato al termine a e s t h e t h i c.
La sottocultura vaporwave e, dunque, l’estetica connessa – che sta diventando sempre più popolare e di moda anche in Italia – è stata interpretata, tra le molte possibili letture cui si presta, data la sua forte carica di enigmaticità e talvolta esplicito non-sense, come un’ambivalente parodia del capitalismo. Adam Harper della rivista statunitense di musica Dummy Magazine parla di un genere “ironico, satirico e fortemente accelerazionista”. Per accelerazionismo, spiega Harper, s’intende l’idea per cui “la dissoluzione della civiltà operata dal capitalismo non dovrebbe e non può essere combattuta, ma anzi, deve essere spinta più in fretta e più avanti verso la follia”.
Un Brivio, tra palme, luna piena e sfondi fucsia, costantemente alle prese col problema del Bione, allora costituisce, forse, una versione tutta lecchese di quest’accelerazione ironica verso la dissoluzione, portata avanti a colpi di meme e colorate “onde di vapore”.
Chiara Stefanoni
Tutte le immagini sono prese dalla suddetta pagina