200 ANNI DELL’ARMA/“SOSTENUTI DAI CONSIGLI E ANIMATI
DALLE CRITICHE DEI CITTADINI”

festa cc 12LECCO – Una celebrazione militare sobria quella per il 200esimo anniversario della fondazione dell’arma dei Carabinieri. Ai festeggiamenti, di scena presso la sede di corso Carlo Alberto lunedì 9 giugno, hanno partecipato alcuni dei reparti in rappresentanza dell’intero comando provinciale di Lecco, comprese le varie specialità dell’arma della provincia quali gli sciatori e rocciatori, gli addetti alla motovedetta e le unità cinofile. Dopo aver ricordato il messaggio letto del presidente Giorgio Napolitano il 5 giugno (giorno scelto per ricordare il 5 giugno 1920 quando l’arma venne insignita della medaglia d’oro al valor militare quale tributo per le gesta compiute da numerosi reparti nel corso della prima guerra mondiale)scorso a Roma, alla presenza delle massime cariche dello Stato, è toccato al comandante provinciale dei Carabinieri di Lecco, Rocco Italiano, fare gli onori di casa e prendere la parola:”L’arma dei carabinieri è stata partecipe dei mutamenti del paese, quale presidio della pubblica e privata sicurezza, affrontando nel corso dei due secoli di vita momenti più difficili e talvolta drammatici, seguendo percorsi di fedeltà alle istituzioni e di servizio alla collettività, ispirato a valori quale onestà, impegno sociale e civile, senso del dovere, disciplina e tenace, senso di giustizia, scrivendo pagine di eroismo e incondizionata dedizione al bene comune. ovunque c’è sempre stato un carabiniere. La nostra missione ci inorgoglisce ma ci impegna sempre più ad essere in ogni circostanza all’altezza delle nostre secolari tradizioni e del lavoro dei nostri predecessori che ci hanno consegnato oggi un istituzione solida, efficiente e rispettata”.

FESTA CC  (8)“Il silenzioso operare al servizio delle istituzioni – ha sottolineato Italiano nel suo discorso – deve costituire il nostro dovere principale oggi come ieri convinti di non prestare servizio in un determinato comune ma di appartenere ad esso, e vado oltre, di appartenere alla nostra intera nazione, la nostra amata Italia. Il carabiniere è tra la gente per servirla, e condividere con essa gioie e dolori, ansie e soddisfazioni. Cari comandanti di stazione che vedo qui riuniti fieri della vostra funzione. Grazie, ma vi invito ad ascoltare e guardare dentro gli occhi di ogni vostro cittadino per percepire le ansie e le paure, rassicurando, consigliando intervenendo anche con la dovuta fermezza e con la forza della legge, ove occorra. Ufficiali, sottoufficiali, appuntati e carabinieri, alle comunità locali che sentono sempre di più pressante il bisogno di sicurezza destinate i vostri sforzi, i sacrifici vostri e delle vostre famiglie cui va il mio più sentito ringraziamento per condividere fatiche, disagi, apprensioni e talvolta la solitudine nelle quotidiane incombenze. Lo sforzo non può essere solo nostro, anche se noi non ci tiriamo indietro. La battaglia verso la legalità è la battaglia di civiltà deve impegnarci tutti, occorre una presa di coscienza collettiva sull’impellente necessità di considerare la sicurezze un patrimonio e problema globale”.

E infine si è rivolto ai cittadini e agli amici di Lecco:”Della legge custodi, schiavi solo del dover, usi obbedir tacendo e tacendo morir”, questo scriveva di noi Costantino Nigra alla fine dell’ottocento e questo è l’impegno che ancora una volta tutti noi carabinieri oggi ci sentiamo di prendere con voi sicuri della vostra benevolenza, forti del vostro sostegno, rassicurati dal vostro concreto impegno civile, sostenuti dai vostri consigli e animati dalle vostre critiche. Viva la provincia di Lecco, viva l’Arma dei carabinieri, viva l’Italia”.

Elena Pescucci