In questi giorni la Prefettura di Lecco ha comunicato che “L’esigenza, unanimemente condivisa di rinsaldare il sentimento diffuso di sicurezza presuppone un “fronte comune” fra Istituzioni, forze di polizia e società civile, unite nella difesa dei valori della legalità e della coesione sociale”.
Come “sardine lecchesi” non ci riconosciamo in questa “coesione sociale” che chiude le porte del sagrato a una fetta specifica della popolazione.
Non ci riconosciamo in questi “valori della legalità” che alle grida di aiuto rispondono con l’esclusione.
Sul sagrato della Basilica di San Nicolò è successo esattamente quello che succede ogni giorno ai confini dell’Europa: la fortezza si è sentita minacciata ed ha chiuso i propri confini.
Al senso di insicurezza non vogliamo che si risponda con la minaccia. Pur rispettandone profondamente il ruolo la soluzione non può provenire solo dalle forze dell’ordine. Vogliamo che si riconosca la propria paura, la si metta da parte e ci si apra al dialogo. Per questo come “sardine lecchesi” chiediamo che venga aperto un tavolo di mediazione tra la Prefettura, la curia e le associazioni del territorio per trovare una soluzione condivisa e rispettosa di tutte e tutti.
Perché anche gli “accattoni” sono Esseri Umani. Non dimentichiamoci che le loro storie sono nate altrove, fuori dal privilegio.
Coordinamento Sardine
Lecco