Nella vita e specialmente nella comunicazione pubblica esistono molti modi per dare l’impressione di ritenere importanti alcune cose, ma nella realtà volerne avallare altre. Si chiama “mascheramento” delle proprie intenzioni.
Lasciamo a lettori e cittadini stabilire se l’operazione di “mandato” assegnato dall’Assemblea Intercomunale svoltasi il 18/3 al CdA di Silea per “trattare” con Varese Risorse in merito al presunto perfezionamento dell’unico progetto rimasto, appartenga o meno alla categoria sopra menzionata.
Riteniamo infatti che chiunque voglia realmente approfondire questioni solo apparentemente complicate, non possa che cercare di comprendere quali siano le logiche che in realtà si celino dietro proclamate virtuosità ambientali. Quelle stesse virtuosità ambientali poste da ineludibili precedenti indirizzi del medesimo Organo rappresentativo dei Comuni in Silea che vincolavano esclusivamente a fonti rinnovabili l’applicazione del teleriscaldamento una volta abbandonata quella derivante dall’attuale combustione dei rifiuti prevista entro il 2032, anno della scadenza dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale).
Abbiamo speranza che ogni Cittadino consapevole sappia apprezzare le puntuali argomentazioni piuttosto che slogan di facciata. Qualcuno, abituato ai facili e superficiali slogan della cosiddetta “società della Comunicazione”, potrebbe dire che un testo di confutazione così lo leggeranno in pochi ma noi abbiamo ben altra stima del Cittadino lettore, che sa bene che l’esercizio della vera democrazia partecipativa costa anche la fatica di perlomeno approfondire.
Per fare ciò, e specificamente in questo caso, occorre analizzare in primis quel documento che è stato immediatamente fatto circolare sui media ( in controtendenza, ed è questo già un primo segnale, rispetto ai consueti tempi “divulgativi” adottati da Silea) poche ore dopo la stessa Assemblea : in sostanza analizzare quello che, a detta dei sottoscrittori e cioè della maggioranza dei Sindaci, costituirebbero una serie di migliorie, soprattutto a base di “virtuosità” ambientali (ma anche economiche e logistiche) da richiedere, in sede di “perfezionamento” di gara, a Varese Risorse rispetto alla possibile approvazione del progetto.
Di seguito i contenuti del documento, riportato da vari media, dell’Atto di indirizzo dell’Assemblea al Consiglio di amministrazione di Silea approvato, che evidenziamo qui in corsivo per distinguerlo dalle nostre mirate e “smascheranti” considerazioni poste a fianco : al lettore valutare la fondatezza delle nostre argomentazioni su quello che potremmo ben definire come un vero e proprio “capolavoro d’immagine”:
“il Presidente invita l’assemblea, per le motivazioni sopra illustrate, a dare al CdA l’indirizzo a: NON procedere alla nomina del promotore Varese Risorse per la procedura in oggetto, fatto salvo che la stessa apporti all’offerta le migliorie necessarie a ricondurre l’offerta stessa coerente con l’impostazione di gara e con le sopraggiunte esigenze di interesse pubblico di Silea per quanto attiene almeno a:
Si noti la furbizia di quel NON evidenziato in maiuscolo: quasi a voler trasmettere un messaggio che rassicuri tutti circa la volontà ambientale virtuosa che muoverebbe i sottoscrittori ed ancor prima coloro che avevano confezionato un testo così concepito. Un testo che, sin dalla sua parte iniziale, promanasse tale presunta volontà e infatti:
a) Qualità dell’opera sotto il profilo della tutela ambientale e migliorie progettuali, da perseguire mediante:
– Sviluppo della componente di progetto relativa alle ulteriori soluzioni impiantistiche alimentate da fonti esclusivamente non fossili ipotizzate in sede di offerta, relativamente al periodo successivo alla scadenza dell’attuale AIA, la cui implementazione sarà correlata alle condizioni tecniche e di mercato;
Illuminante, per un occhio allenato a “decodificare i messaggi”, quel “correlare” che può ben significare un “subordinare” che relativizza, l’intenzione presuntivamente virtuosa, “alle condizioni tecniche e di mercato”, condizioni notoriamente “interpretabili”.
– Elaborazione di un piano di decarbonizzazione legato allo sviluppo del progetto di teleriscaldamento in termini di un cronoprogramma di riduzione delle emissioni della CO2 collegato agli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’Unione Europea e dai conseguenti piani nazionali e regionali, nonché di una metodologia di monitoraggio e verifica degli obiettivi definiti;
Ma il miglior “piano di decarbonizzazione” lo si attuerebbe immediatamente avviando percorsi realmente virtuosi secondo il conosciuto modello “Rifiuti Zero”, già applicato con successo in altri territori in abbinamento ad un percorso, che potremmo definire come un Piano B: dismettere a brevissimo una delle due linee di incenerimento oggi presenti, sviluppando le alternative per il trattamento e selezione della frazione indifferenziata al fine di massimizzare il recupero di materia e porsi l’obiettivo di dismettere il forno inceneritore al termine della vigente AIA (o prima) perché ormai non più necessario alle esigenze del territorio.
Di fatto quella linea mantenuta attiva garantirebbe la copertura delle attuali necessità provinciali di smaltimento peraltro in tendenziale continua diminuzione e successiva definitiva chiusura degli impianti quanto prima e comunque entro i termini di scadenza dell’AIA previsti per il 2032.
Proprio in ragione di ciò quel parolone “Piano di Decarbonizzzaione”, messo lì non certo casualmente perché fa “immagine”, sembrerebbe proprio essere funzionale a “gettar fumo per celare l’arrosto”! La “Decarbonizzazione” è la riduzione dell’Anidride Carbonica che contribuisce ad alterare il clima a livello globale e non vorremmo che quel passaggio menzionato fosse il viatico per rimandare a “domani” quanto si potrebbe e dovrebbe fare oggi.
– Garanzia che il Comitato di Coordinamento Tecnico – Scientifico citato in premessa, assicuri il monitoraggio degli obiettivi di riduzione delle emissioni e di miglioramento ambientale;
Sembra anche qui che si voglia ammantare, a scopo tranquillizzante e con “garanzie scientifiche”, un percorso che avrebbe ben altre reali alternative virtuose.
– Estensione della rete di teleriscaldamento ed incremento della copertura di utenza potenzialmente servibile dal servizio, rispetto a quanto attualmente indicato nel progetto di gara;
– Approvvigionamento di energia elettrica rinnovabile certificata e di biometano anche nel corso del periodo di vigenza dell’attuale AIA, qualora economicamente sostenibile;
Idem come sopra. Sembrano tutte motivazioni secondarie tese a legittimare una scelta che si vorrebbe far passare come virtuosa ma, a guardar bene, non lo è, perlomeno rispetto ad una scelta di fondo veramente virtuosa!
– Sviluppo e integrazione di reti di teleriscaldamento innovative cosiddette “a bassa temperatura” (ad integrazione della rete di teleriscaldamento “tradizionale” prevista dal progetto di gara), laddove sussistano le necessarie condizioni tecniche, al fine di sfruttare in maniera più efficace le risorse energetiche a disposizione anche grazie alla possibilità di scambio di calore tra gli utilizzatori;
Qui il livello argomentativo sembrerebbe farsi “raffinato” soprattutto per chi non è addentro a certe valutazioni più di carattere “tecnico”, ma basterebbe per smontare tutto, chiedere come si ritenga coniugabile e soprattutto attuabile una soluzione impiantistica “a basse temperature” con quella attuale “ad alte temperature” rendendo così ammortizzabile la recente acquisizione di un turbogruppo del costo di 8 milioni di euro coerente con le “alte temperature” generate dal Forno Inceneritore. Se invece si ritenessero questi impianti aggiuntivi e non sostitutivi a quelli collegabili allo stesso Forno Inceneritore bisognerebbe spiegare come tutto ciò sia coerente con la datata prescrizione regionale (di svariati anni fa) basata su cospicui recuperi termici derivabili da un teleriscaldamento centralizzato collegabile all’attuale Forno. Come potrebbe essere coerente con “recuperi termici” ben più ridotti derivanti da sistemi di piccolo cabotaggio e “a basse temperature”? Ma soprattutto perché allora non agire direttamente sui benefici derivabili da una ben precisa e programmata chiusura a tappe dell’attuale “fonte termica da Incenerimento” foriera di enormi effetti climalteranti (occorrerebbero milioni di alberi per compensare) e relativi rischi d’inquinamento?
Impianti d’incenerimento che nel frattempo potrebbero progressivamente essere dismessi per riconvertirli a “fabbrica di materiali” già ben sperimentati in altri territori, abbinabili peraltro anche ad altre attività volte a massimizzare il recupero di materia.
– Coordinamento funzionale tra tutti i soggetti coinvolti nel progetto, inclusi i proprietari ed i gestori dei sottoservizi (a titolo esemplificativo e non esaustivo: reti acqua, dati, elettricità, fognatura, telecomunicazioni) a carico del Proponente, al fine di alleggerire l’onere amministrativo ed operativo della cantierizzazione, nonché al fine di ottimizzare lo svolgimento degli interventi;
– Coprogettazione degli interventi infrastrutturali più impattanti per renderli compatibili con specifiche esigenze di sviluppo urbano;
Qui non occorre di certo contro-argomentare perché non è altro che quello che comunemente si fa in analoghe operazioni che prevedano “sventramenti” della rete viaria, che sarebbero di grande entità e rischierebbero grosse ripercussioni sulla mobilità, già di suo “complicata” soprattutto a Lecco.
Stanziamento di un budget specifico per la comunicazione alla cittadinanza circa lo svolgimento dei lavori, secondo importi e modalità da concordare coi comuni interessati;
Qui l’operazione di “marketing” rispetto ad una presunta sensibilità nell’informare la Cittadinanza cozzerebbe in primis con quelle che sembrano essere le modalità adottate dal sistema Silea nei confronti ad esempio di Sindaci e Consiglieri Comunali di solito informati attraverso modalità quantomeno “criptiche” e “tortuose”.
– Massimizzazione delle attività di controllo nelle fasi di realizzazione e gestione della rete di teleriscaldamento, anche al fine di assicurarne il corretto stato di manutenzione e l’efficace funzionalità al momento della scadenza della concessione, nonché nelle logiche di sviluppo commerciale, da perseguirsi mediante l’acquisizione di una partecipazione azionaria, sia pure minoritaria (orientativamente tra il 10 e il 20%), nella Società di Progetto costituita da Varese Risorse e la contestuale definizione di patti parasociali e regole di governance adeguati allo scopo.
Qui ci sarebbero da spendere varie argomentazioni critiche ma basti dire che a fronte di sbandierati vantaggi commerciali e patrimoniali, peraltro assai discutibili, i Comuni conteranno sempre meno nelle sedi decisionali, e non ci si venga a dire che col 10 o 20% si possa esercitare una reale funzione di controllo/indirizzo!
b) Convenienza economica, da perseguire mediante:
– Acquisizione di maggiori quantità di calore prodotto dall’impianto Silea di Valmadrera, anche e soprattutto nella logica di massimizzarne i benefici ambientali e di recupero energetico, nel periodo di vigenza dell’attuale AIA;
– Acquisizione del biometano prodotto nell’impianto di Annone, a parità di condizioni con i prezzi di mercato, qualora disponibile e qualora di convenienza per Silea;
– Partecipazione di Silea agli utili conseguiti dalla Società di Progetto, in proporzione alla percentuale azionaria detenuta, consentendo alla stessa Silea (e di conseguenza a tutti i soci) di percepire proventi anche nel periodo successivo alla scadenza dell’attuale AIA e dunque per l’intera durata della concessione in oggetto. All’interno dell’accordo con Varese Risorse dovrà inoltre essere necessariamente regolamentato l’eventuale stanziamento di risorse finanziarie pubbliche derivanti dal «PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza» (c.d. “Recovery Plan”), nell’ambito del pacchetto comunitario del “Next Generation EU”, collegabili al progetto di teleriscaldamento. A seguito della disponibilità di tali contributi pubblici straordinari e imprevedibili, dovranno essere previste altre clausole contrattuali”.
Su quest’ultimi aspetti lasciateci esternare, da quanto trapelato da fonti interne all’Assemblea riportate in qualche modo dai media, tutto il nostro sconcerto nell’apprendere che, tranne rarissime eccezioni, nel corso dell’intera Assemblea stessa del 18 (come anche quella precedente del 4 marzo 2021) si sarebbero registrate solo valutazioni di natura economica e commerciale della “trattativa” in corso. Quasi nulla invece su dirimenti aspetti ambientali, e le ricadute sulla salute e climalteranti oggi considerati da tutti , almeno a parole, come prioritari. Sulla Cultura politica che rischia di ridurre tutto alla sola dimensione economica avevamo già espresso tutto il nostro preoccupato giudizio: che la nostra Provincia sia un’isola felice (sappiamo tutti che la Pianura Padana ha ben tristi primati europei in termini di inquinamento) a tal punto che i nostri sindaci e amministratori non vogliano cogliere una ineludibile possibilità di cambiamento ri-mettendo “al centro” di questa dirimente scelta gli aspetti sottolineati appena qui sopra ? E, così facendo, non vogliano veramente rispettare fino in fondo (e non facendo solo finta di farlo) gli indirizzi ed i vincoli che pure loro stessi avevano sottoscritto in precedenti Assemblee?
Ma tornando all’eloquente “Capolavoro d’immagine” sopra valutato: in definitiva, ad un attento osservatore delle dinamiche della Comunicazione, non può non evidenziarsi l’idea che tutto ciò non sembri dettato dal voler “buttare fumo, celando l’arrosto” agitando non casualmente nello scritto sin dall’inizio presunte ragioni soprattutto ecologiste. Ma ben altra ed effettiva “transizione ecologica” meriterebbe il nostro territorio che potrebbe, se realmente fosse tale l’intenzione dei nostri amministratori , usufruire dei cospicui e specifici previsti finanziamenti Europei. Finanziamenti che, all’opposto, rischierebbero fondatamente di sfuggirci se si persistesse in questa che è, e rimane a maggior ragione, una visione miope ed anacronistica da vari punti di vista.
Ai Cittadini chiediamo attenzione e agli Amministratori rivolgiamo un accorato appello perché si abbia il coraggio di imporre una svolta sostanziale al nostro Sistema Integrato di Raccolta e valorizzazione dei Rifiuti. Questione che è di primaria importanza da tutti i punti di vista (ambientale, salutistico , climatico, occupazionale, economico, sociale ….) per la Collettività ! Apparirebbe così finalmente chiara la scelta Politica (quella con la P maiuscola) lungimirante di non lasciarsi invischiare da logiche preminenti di mercato e soprattutto di natura finanziario/partecipativa (e, a lungo andare, borsistica) che snaturerebbero la precipua funzione pubblica e sociale che dovrebbe contraddistinguere la gestione dei servizi primari alla Collettività.
Un appello che rivolgiamo primariamente a quei Comuni (ben 21, un terzo dei votanti nell’Assemblea del 18 marzo, che riteniamo ragionevolmente possano ancora aumentare) che si sono astenuti dal dare mandato al CdA di Silea, su basi sopra espresse, di trattare con Varese Risorse per poi tornare in Assemblea per una definitiva valutazione finale.
È proprio su questa valutazione finale che occorrerà convogliare tutte le azioni che possano invertire le scelte veicolate da questo possibile “mascheramento”, su cui pensiamo d’aver anche qui fornito più di un oggettivo elemento di giudizio.
Vogliamo infine sottolineare che quello che ci muove non è certo la volontà di opporci pregiudizialmente a questo Teleriscaldamento ne tanto meno elargire lezioni in particolare a sindaci che riteniamo in gran parte in assoluta buona fede. Una buona fede che però potrebbe peccare di non sufficienti approfondimenti in una materia che, a prima vista, può apparire molto tecnica ma che invece, a ben vedere, può nascondere soprattutto insidie di natura squisitamente “politica”.
Forse basterebbe rivolgere una semplice domanda in particolare ai sindaci che a stragrande maggioranza hanno espresso più volte in precedenti Assemblee la decisione di prescrivere vincoli ambientali inderogabili per qualsivoglia tipo di Teleriscaldamento. Condizioni vincolanti per le fonti d’alimentazione alternative veramente virtuose (non climalteranti e realmente “pulite”) di un fantomatico “Teleriscaldamento green”, che dovrebbero subentrare allo spegnimento del Forno Inceneritore :
Come è possibile credere verosimilmente allo spegnimento del Forno Inceneritore previsto, a parole, nel giro di pochi anni, se Silea ha acquistato solo da un paio d’anni un turbogruppo di cogenerazione elettrica e termica (quella che dovrebbe alimentare il Teleriscaldamento) del valore di circa 8 milioni? Come ammortizzerebbe una spesa così ingente in pochissimi anni?
Cari Sindaci vi scongiuriamo di non rendervi complici di una scelta che avrà ripercussioni negative da vari punti di vista per molti anni. Altro che “Transizione Ecologica” saremmo in presenza di una pervicace ed anacronistica scelta di retroguardia!
Germano Bosisio (Oggiono) – Enzo Venini (Colico) – Cesare Panzeri (Oggiono) – Salvatore Krassowski (Cernusco Lombardone) – Massimo Riva (Lecco) – Paola Dossi (Lecco) – Anna Bertuletti (Lecco) – Andrea Torri (Lecco) – Rocco Miraglia ( Castello Brianza)