SI FINGEVANO POVERI
PER RICEVERE SUSSIDI:
53 LECCHESI DENUNCIATI

SPRAYMORIZIO1LECCO – La Polizia Locale di Lecco e la Guardia di Finanza hanno verificato la sussistenza dei requisiti per l’accesso ai contributi di solidarietà da parte delle famiglie meno abbienti, riscontrando molte irregolarità e iniziando così l’operazione “Maglie strette”.

Nell’ambito delle politiche sociali e di sostegno alla famiglia il Comune di Lecco – per il tramite dell’Assessorato preposto – tra le innumerevoli progettualità atte a contenere i riflessi negativi dell’attuale congiuntura economica sulle famiglie più deboli, stanzia – ogni anno, una somma a favore dei nuclei familiari che versano in “stato di bisogno” e ne fanno richiesta.

Lo scorso anno, dopo la verifica della documentazione presentata – per la maggior parte autocertificazioni – sono state ammesse a tale beneficio circa 130 famiglie che hanno così potuto fruire di somme variabili dai 500 ai 3.000 euro. Poiché da alcuni indicatori reddituali a disposizione dell’Amministrazione Comunale alcune posizioni evidenziavano delle discrepanze tra quanto dichiarato nelle domande di accesso ai benefici rispetto alla reale capacità di spesa dei nuclei familiari, sono stati demandati i necessari accertamenti al locale Corpo di Polizia Locale del comandante Franco Morizio.

Avuto prova di alcune irregolarità si è ritenuto opportuno, al fine di poter agire per il tramite dei più incisivi poteri di polizia giudiziaria, instaurare un procedimento penale per violazione dell’art 316 ter C.P. “indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato”.

E’ in tale contesto che si è innestata la collaborazione con la Guardia di Finanza con gli uomini di Corrado Loero, che, quale forza di polizia economico-finanziaria ha – tra i suoi compiti – la tutela della finanza pubblica da tutte le forme d’illegalità che recano pregiudizio alle uscite del bilancio.

Sono state quindi esaminate, anche mediante mirate indagini finanziarie, patrimoniali e reddituali, le posizioni di oltre 200 componenti dei nuclei familiari richiedenti il contributo, al fine di rivelare la reale posizione economica dei richiedenti. Gli accertamenti, ancora in corso, hanno fatto emergere l’effettiva disponibilità finanziaria di alcuni soggetti che, pur avendo dichiarato al Comune di versare in “stato di bisogno”, in realtà hanno movimentato somme che, in alcuni casi, superavano i 100.000,00 euro.

L’attività operativa finora svolta ha portato alla denuncia di 53 persone alla Procura della Repubblica di Lecco per il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, che, oltre a dover restituire le erogazioni ottenute, si troveranno a pagare sanzioni amministrative sino al triplo del contributo indebitamente percepito.

L’operazione di bonifica, ha una triplice valenza: deterrente nei confronti di chi non ha i requisiti ad accedere ai benefici; bloccare il danno alle casse comunali, ed indirizzare le risorse alle persone che versino veramente in “stato di bisogno”.