In questi tempi di chiusura delle scuole dell’infanzia e dei servizi alla prima infanzia Fism, e di incertezze sulla riapertura, ci sembra di dovere, primariamente alle famiglie che ci hanno affidato i loro bambini ma anche alla intera comunità territoriale che sempre ci sostiene, una condivisione autentica delle difficoltà in cui ci troviamo e dell’impegno che manteniamo. Senza polemica, ma senza nasconderci.
La parità scolastica si mostra, in questo frangente più che mai, una meta ancor tutta da raggiungere. Le nostre scuole non beneficiano di contributi statali tali da permettere alle famiglie di non pagare la retta o alle docenti di continuare ad essere retribuite stando a casa.
Da qui il paradosso: tutte, ma proprio tutte, le scuole Fism stanno facendo enormi sforzi per tenere salda la relazione con i bambini e con i genitori, ognuna con le proprie possibilità e peculiarità. Non derogano al loro ruolo di preparare i bambini alla vita: basta navigare nel sito della Fism provinciale di Lecco (www.fismlecco.it) per vedere le iniziative che le varie scuole stanno creativamente elaborando, tramite canali nuovi e nuove possibilità, dalle proposte sui pre-requisiti per i bambini dell’ultimo anno agli sportelli help per i genitori, in particolare per i genitori dei bambini disabili, ulteriormente provati.
Una costante presenza, pur nella distanza, che, come abbiamo condiviso con le scuole, vuole essere “a misura 0-6 anni”, in ricerca di equilibrio tra relazione e proposte nel rispetto dei bisogni dei bambini, che hanno diritto a continuare ad imparare senza essere sovrastimolati né lasciati soli. Una “pedagogia della casa”, che valorizzi spazi e tempi domestici senza trasformare i genitori in insegnanti.
Tutto questo con docenti in cassa integrazione, che a titolo volontaristico e per adesione del cuore ad un progetto educativo di scuola, regalano il loro tempo per preparare proposte didattiche e “tengono” sul fronte alleanza scuola-famiglia. Tutto questo con famiglie a cui viene richiesto di versare il 35% della retta mensile, in attesa che il Governo emani il decreto con i contributi strutturali richiesti, per permettere alle scuole di sopravvivere. Cosi come da indicazioni Fism, infatti, le scuole, salvo casi eccezionali e motivati, hanno proposto ai genitori il versamento di una quota, necessaria per coprire i costi di gestione.
Concreto il rischio che i genitori si sentano discriminati nel loro aver scelto una scuola dell’infanzia paritaria (spesso anche l’unica del paese), nel dover versare una retta e nel vedere proposte didattiche eterogenee e differenti.
Un paradosso stringente, tra parità di doveri e diritti negati, di cui ci sentiamo di dover render conto.
Un primo grazie accorato è rivolto ai Gestori delle nostre scuole che a titolo volontaristico e con la tenacia che li contraddistingue, si assumono anche in questa fase complicata e incerta, l’onere di garantire la sopravvivenza della scuola.
Alle nostre docenti un riconoscimento sincero: senza il loro essere -più che fare- le insegnanti, l’ispirazione cristiana del nostro progetto educativo avrebbe il fiato corto, oggi ancor più di sempre.
Ai nostri genitori un grazie sentito, per la comprensione ed il sostegno, e la RICHIESTA DI ADESIONE ALLA PETIZIONE “IO CI STO”.
Tre i punti contenuti nella lettera che i genitori e chiunque lo desidera possono firmare e inviare direttamente:
all’ufficio del Presidente del Consiglio, (comprensivo della Segreteria particolare)
all’Ufficio stampa e del portavoce del Governo.
E’ sufficiente cliccare sul link di AGESC e compilare i campi richiesti
https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSe1Cq4d3TsloeinDqq2bCXbPU8aI4dTKiBU-be__QXXViq6OA/viewform
Nella petizione si chiede:
1) la detraibilità integrale delle rette pagate dalle famiglie per la frequenza scolastica e per i servizi educativi nelle scuole paritarie nel corso del 2020;
2) l’istituzione di un contributo strutturale adeguatamente finanziato per l’erogazione di contributi aggiuntivi alle scuole dell’infanzia paritarie a partire dall’anno scolastico 2019/2020, a tutela dei propri dipendenti e del servizio svolto alle famiglie in aggiunta ai 526 milioni già insufficienti;
3) l’azzeramento delle imposte (ires, irap) e i tributi locali nel 2020, per tutte le realtà educative e scolastiche no profit.
Per il Consiglio ed il Coordinamento pedagogico
provinciale Fism Lecco
Giampiero Redaelli