Chiudere le scuole è una sconfitta per tutti.
I giovani studenti sono per l’ennesima volta i primi a essere sacrificati nelle decisioni politiche per contrastare l’emergenza in corso.
Non ci nascondiamo: la situazione epidemiologica sta tornando a essere molto critica e serve uno sforzo collettivo. Anche i giovani devono assumersi una grande responsabilità civica ed essere protagonisti di questa battaglia.
Proprio per questo motivo, il luogo della conoscenza deve rimanere aperto ed essere ancora considerato un presidio fondamentale per le giovani generazioni.
Scuola significa innanzitutto relazione e sappiamo quanto questa possa ora essere potenzialmente dannosa, ma nell’emergenza gli edifici scolastici si sono dimostrati tra i più sicuri. Chiudere significa togliere un motore per la crescita di una generazione che rischia di passare semplicisticamente solo come “untrice” e non come vittima alla pari di tutti gli altri.
C’è una grande miopia politica delle istituzioni a non comprendere la funzione sociale delle scuole e a decidere di sacrificarle solo perché non è stato fatto nei mesi estivi un piano per affrontare una seconda ondata, dal trasporto pubblico al sistema di tracciamento dei contagi.
Chiediamo quindi un intervento immediato, per dare valore alla scuola e allo stesso tempo agire con lungimiranza. Lavoriamo sugli orari di ingresso e di uscita, sul tragitto casa-scuola, differenziando le fasce orarie ed evitando il sovraffollamento dei mezzi pubblici, se proprio non si possono incrementare le corse. Aumentiamo lo smart-working piuttosto che la didattica a distanza.
Si è puntato troppo spesso il dito in questi giorni verso quei “ragazzi di oggi”, fannulloni che non vedono l’ora di stare a casa, causa dell’aumento dei contagi e di ogni male comune italiano. Non è così. Questa generazione comprende perfettamente il peso dell’istruzione e non merita di essere nuovamente lasciata indietro, perché la via più facile.
della Provincia di Lecco
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