SANITÀ/AL ‘MANZONI’ DI LECCO
SUPPORTO PSICOLOGICO
PER I PAZIENTI DIALIZZATI

LECCO – All’Ospedale “Alessandro Manzoni” di Lecco, è stato predisposto dagli psicologi della Struttura Semplice Dipartimentale di Psicologia un particolare percorso formativo rivolto a tutto il personale dell’Unità Complessa di Nefrologia e Dialisi, finalizzato alla gestione del dializzato che ha portato, nel mese di dicembre, all’organizzazione di un primo incontro di gruppo rivolto ai pazienti e ai loro familiari.

La gestione del paziente dializzato, infatti, richiede ai singoli operatori e alle équipe della Nefrologia e Dialisi di ingaggiarsi in percorsi di cura di lunga durata, in condizioni cliniche e molto spesso psicologiche particolarmente richiedenti dal punto di vista emotivo. Questa condizione porta gli operatori a dover gestire motivi di stress rilevanti.

“L’offerta di un trattamento precoce come questo all’interno della nostra Azienda – dichiara Paolo Favini, Direttore Generale dell’ASST di Lecco – ha un duplice scopo: da un lato garantisce un intervento che eviti l’insorgenza di un disturbo psichico correlato all’adattamento alla malattia, dall’altro favorisce una maggior compliance in un quadro clinico come quello dialitico in cui l’aderenza terapeutica è fondamentale”.

“Le malattie croniche – afferma Antonio Lora, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze – si accompagnano spesso a difficili vissuti emotivi.Prendere in carico precocemente l’aspetto psicologico di questi pazienti equivale soprattutto ad intercettare rapidamente tutta una serie di problematiche psichiche che, se non trattate, possono emergere con una maggiore gravosità in tempi successivi, determinando percorsi di cura più difficoltosi ed onerosi, in termini di risorse personali, familiari e sociali”.

“Le malattie ad andamento cronico – spiega Vittorio Rigamonti, responsabile della Struttura Semplice Dipartimentale di Psicologia – contribuiscono a mutare la percezione di sé influendo pesantemente sulla qualità della vita del paziente ed inevitabilmente sulle figure di riferimento a lui vicine. Questi aspetti – continua Rigamonti – hanno una forte influenza anche sulla prognosi della malattia: la persona che si identifica nel ruolo di malato, subisce un cambiamento nel suo stile di vita e nei suoi ruoli in ambito sociale, familiare e lavorativo e inizia a vivere la malattia nel timore di non farcela e di rimanere sola. In questo senso lo psicologo svolge un importante ruolo di sostegno e supporto, accompagnando non solo il paziente, ma anche i familiari e gli operatori sanitari, verso un’elaborazione e un’accettazione di alcuni vissuti e stati emotivi negativi che la dialisi può far emergere.”

All’interno della Nefrologia e Dialisi dell’ASST di Lecco, perciò, lo psicologo diviene parte integrante di una rete multidisciplinare nella quale valuta, anche con l’aiuto delle altre figure professionali, le strategie di coping, ovvero la capacità di adattamento e la tolleranza a fattori stressanti del paziente, al fine di avere un quadro generale della situazione di partenza per costruire un piano di intervento valido e supportivo.

Dare sollievo alla sofferenza emotiva di un paziente, affetto da una malattia cronica significa umanizzare la pura assistenza medica, riconoscendo al paziente il diritto di avere risposte non solo ai bisogni medico-fisici, ma anche a quelli psicologici.