SAN PIETRO AL MONTE CI PROVA,
A UN PASSO DALL’UNESCO

CIVATE PATRIMONIO UNESCO 01LECCO – San Pietro al Monte di Civate si sta avvicinando al riconoscimento UNESCO come patrimonio dell’umanità. Dopo essere entrato nella Tentative List, è ora pronto per lo step successivo, grazie al contributo di Fondazione Lecco, Congregazione benedettina sublacense-cassinese e l’Istituto dell’Enciclopedia Treccani.

Francesca Riccio, del Coordinamento generale per UNESCO – Ministero dei beni culturali, Ruggero Longo, responsabile per il coordinamento e lo sviluppo del progetto,  Cesare Alzati e Marco Rossi, rappresentanti del Comitato scientifico, e infine Mario Romano Negri, presidente di Fondazione Provincia di Lecco, hanno condotto la serata di presentazione del progetto. Molti gli spettatori interessati alla riscoperta del patrimonio artistico e culturale di San Pietro al Monte. Presenti anche il primo cittadino Virginio Brivio, il presidente della Provincia Flavio Polano, Monsignor Cecchin, il sindaco di Civate Baldassare Mauri e i consiglieri regionali Antonio Rossi e Raffaele Straniero.

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Attraverso un progetto di sito seriale denominato Il paesaggio culturale degli insediamenti benedettini dell’Italia Medioevale, Civate ha proposto la propria candidatura in qualità di patrimonio UNESCO, insieme ad altre sette eccellenze italiane appartenenti al monachesimo quali Subbiaco, Montecassino, Sant’Angelo in Formis, San Vicenzo al Volturno, Sagra di San Michele, San Vittoria e l’Abbazia Farfa.

Leitmotiv di questa selezione è stato il rapporto uomo-natura, spiega Cesare Alzati “otto siti diversi uniti da San Benedetto, aventi tutti un monastero al centro, luogo in cui guardare al cielo per poi plasmare la terra intorno a sé”.

Il riconoscimento di Civate come sito UNESCO sarebbe l’ultimo atto di un lungo percorso iniziato nell”800 con gli scavi a tutela e valorizzazione del territorio di De Dartein, Barelli e Toesca e poi continuati oltre il Novecento. Il sito è una testimonianza diretta del Medioevo, ben conservato ma che necessita tutele.

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Ieri è stato effettuato il primo sopralluogo, racconta la responsabile UNESCO, Francesca Riccio “l’Italia detiene il primato di siti UNESCO, la maggior parte dei quali di epoca medioevale e questo non è un buon presagio, ma il progetto è fattibile, occorre dimostrare che il sito è eccezionale e universale, oltre all’approccio partecipativo alla base della convezione“. Quest’ultimo punto è stato ovviato dalla sentita partecipazione alla presentazione e al sopralluogo alle pendici del Cornizzolo.

Il percorso affinchè un sito sia riconosciuto patrimonio UNESCO è molto lungo, per ora è essenziale sottolineare che se tutto ciò si avverasse San Pietro al Monte si unirebbe ai 1.031 siti UNESCO in tutto il mondo e ai 51 italiani.

Martina Panzeri