POPOLARITÀ DEI SINDACI:
BRIVIO 74° E 51% DI “RI-VOTO”.
SA DI BICCHIERE MEZZO PIENO
DOPO 10 ANNI IN COMUNE

LECCO – Si barcamena ancora attorno al 70esimo posto l’indice di popolarità del sindaco di Lecco Virginio Brivio.

In dieci anni di amministrazione l’analisi del Sole 24 Ore non ha mai premiato il primo cittadino manzoniano, piazzatosi in 55esima posizione nel 2016 ma altrimenti sempre stabile una ventina di posizioni più in basso.

74esimo posto questa volta, a cui corrisponde però un 51% dei consensi dunque, dopo un decennio alla guida della città, appare più come una medaglia che come una bocciatura.

Ciò che risalta da questa edizione della ricerca è l’effetto Covid, in primis per quanto riguarda i governatori di Regione. “L’onda di piena della pandemia – scrive il quotidiano economico – investe anche la politica locale. Solleva alcuni leader e ne affoga altri, in un terremoto del consenso. Un doppio dualismo che nella Lega esalta il presidente veneto Zaia e schiaccia il lombardo Attilio Fontana, e nel Pd innalza l’emiliano-romagnolo Bonaccini e fa sprofondare il laziale Nicola Zingaretti. Che, però, è il segretario Dem”.

Tra i borgomastri il podio è composto da Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci, con un ampio 69,4%, affiancato da Cateno De Luca di Messina e da Giorgio Gori, sindaco della Begamo epicentro del Coronavirus, a parimerito con Margo Bucci di Genova, anche commissario alla ricostruzione del ponte Morandi. Malissimo va a Leoluca Orlando di Palermo e alla sindaca della capitale Virginia Raggi, appaiati all’ultimo posto.

“In generale però – annota il Sole 24 ore – gli italiani che affrontano la crisi del Covid guardano con fiducia ai loro sindaci. E in 83 casi su 105 (79%) offrono agli amministratori locali una percentuale di consensi superiore al 50%. Che non va tradotta in un potenziale risultato elettorale, perché i numeri delle urne dipendono dai candidati alternativi e dalle campagne che le precedono, ma indica una promozione netta. Ai sindaci va molto meglio che ai presidenti di Regione, fra i quali la sufficienza del 50% arriva solo in 5 casi su 18 (27%)”.